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Mercoledì delle Ceneri
Cari fratelli e sorelle,
Oggi, segnati dall’austero simbolo delle Ceneri, entriamo nel Tempo di Quaresima, iniziando un itinerario spirituale che ci prepara a celebrare degnamente i misteri pasquali. La cenere benedetta imposta sul nostro capo è un segno che ci ricorda la nostra condizione di creature, ci invita alla penitenza e ad intensificare l’impegno di conversione per seguire sempre di più il Signore.
La Quaresima è un cammino, è accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione; ci ricorda che la vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire. Gesù, infatti, ci dice: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). Ci dice, cioè, che per giungere con Lui alla luce e alla gioia della risurrezione, alla vittoria della vita, dell’amore, del bene, anche noi dobbiamo prendere la croce di ogni giorno, come ci esorta una bella pagina dell’Imitazione di Cristo: “Prendi, dunque, la tua croce e segui Gesù; così entrerai nella vita eterna. Ti ha preceduto lui stesso, portando la sua croce (Gv 19,17) ed è morto per te, affinché anche tu portassi la tua croce e desiderassi di essere anche tu crocifisso. Infatti, se sarai morto con lui, con lui e come lui vivrai. Se gli sarai stato compagno nella sofferenza, gli sarai compagno anche nella gloria” (L. 2, c. 12, n. 2). Nella Santa Messa della Prima Domenica di Quaresima pregheremo: “O Dio nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi ai tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita” (Colletta). E’ un’invocazione che rivolgiamo a Dio perché sappiamo che solo Lui può convertire il nostro cuore. Ed è soprattutto nella Liturgia, nella partecipazione ai santi misteri, che noi siamo condotti a percorrere questo cammino con il Signore; è un metterci alla scuola di Gesù, ripercorrere gli eventi che ci hanno portato la salvezza, ma non come una semplice commemorazione, un ricordo di fatti passati. Nelle azioni liturgiche, Cristo si rende presente attraverso l’opera dello Spirito Santo, quegli avvenimenti salvifici diventano attuali. C’è una parola-chiave che ricorre spesso nella Liturgia per indicare questo: la parola “oggi”; ed essa va intesa in senso originario e concreto, non metaforico. Oggi Dio rivela la sua legge e a noi è dato di scegliere oggi tra il bene e il male, tra la vita e la morte (cfr Dt 30,19); oggi “il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15); oggi il Cristo è morto sul Calvario ed è risuscitato dai morti; è salito al cielo e siede alla destra del Padre; oggi ci è dato lo Spirito Santo; oggi è tempo favorevole. Partecipare alla Liturgia significa allora immergere la propria vita nel mistero di Cristo, nella sua permanente presenza, percorrere un cammino in cui entriamo nella sua morte e risurrezione per avere la vita.
Nelle domeniche di Quaresima, in modo del tutto particolare in quest’anno liturgico del ciclo A, siamo introdotti a vivere un itinerario battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si preparano a ricevere il Battesimo, per ravvivare in noi questo dono e per far in modo che la nostra vita recuperi le esigenze e gli impegni di questo Sacramento, che è alla base della nostra vita cristiana. Nel Messaggio che ho inviato per questa Quaresima, ho voluto richiamare il nesso particolare che lega il Tempo quaresimale al Battesimo. Da sempre la Chiesa associa la Veglia Pasquale alla celebrazione del Battesimo, passo per passo: in esso si realizza quel grande mistero per cui l’uomo, morto al peccato, è reso partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti (cfr Rm 8,11). Le Letture che ascolteremo nelle prossime domeniche e alle quali vi invito a prestare speciale attenzione, sono riprese proprio dalla tradizione antica, che accompagnava il catecumeno nella scoperta del Battesimo: sono il grande annuncio di ciò che Dio opera in questo Sacramento, una stupenda catechesi battesimale rivolta a ciascuno di noi. La Prima Domenica, chiamata Domenica della tentazione, perché presenta le tentazioni di Gesù nel deserto, ci invita a rinnovare la nostra decisione definitiva per Dio e ad affrontare con coraggio la lotta che ci attende per rimanergli fedeli. Sempre c'è di nuovo questa necessità di decisione, di resistere al male, di seguire Gesù. In questa Domenica la Chiesa, dopo aver udito la testimonianza dei padrini e dei catechisti, celebra l’elezione di coloro che sono ammessi ai Sacramenti pasquali. La Seconda Domenica è detta di Abramo e della Trasfigurazione. Il Battesimo è il sacramento della fede e della figliolanza divina; come Abramo, padre dei credenti, anche noi siamo invitati a partire, ad uscire dalla nostra terra, a lasciare le sicurezze che ci siamo costruite, per riporre la nostra fiducia in Dio; la meta si intravede nella trasfigurazione di Cristo, il Figlio amato, nel quale anche noi diventiamo “figli di Dio”. Nelle Domeniche successive viene presentato il Battesimo nelle immagini dell’acqua, della luce e della vita. La Terza Domenica ci fa incontrare la Samaritana (cfr Gv 4,5-42). Come Israele nell’Esodo, anche noi nel Battesimo abbiamo ricevuto l’acqua che salva; Gesù, come dice alla Samaritana, ha un’acqua di vita, che estingue ogni sete; e quest’acqua è il suo stesso Spirito. La Chiesa in questa Domenica celebra il primo scrutinio dei catecumeni e durante la settimana consegna loro il Simbolo: la Professione della fede, il Credo. La Quarta Domenica ci fa riflettere sull’esperienza del “Cieco nato” (cfr Gv 9,1-41). Nel Battesimo veniamo liberati dalle tenebre del male e riceviamo la luce di Cristo per vivere da figli della luce. Anche noi dobbiamo imparare a vedere la presenza di Dio nel volto di Cristo e così la luce. Nel cammino dei catecumeni si celebra il secondo scrutinio. Infine, la Quinta Domenica ci presenta la risurrezione di Lazzaro (cfr Gv 11,1-45). Nel Battesimo noi siamo passati dalla morte alla vita e siamo resi capaci di piacere a Dio, di far morire l’uomo vecchio per vivere dello Spirito del Risorto. Per i catecumeni, si celebra il terzo scrutinio e durate la settimana viene consegnata loro l’orazione del Signore: il Padre nostro.
Questo itinerario della Quaresima che siamo invitati a percorre nella Quaresima è caratterizzato, nella tradizione della Chiesa, da alcune pratiche: il digiuno, l’elemosina e la preghiera. Il digiuno significa l’astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria. Tutto questo però non è ancora la realtà piena del digiuno: è il segno esterno di una realtà interiore, del nostro impegno, con l’aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio.
Il digiuno, nella tradizione cristiana, è legato poi strettamente all’elemosina. San Leone Magno insegnava in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: “Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell’astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell’elemosina, la quale sotto il nome unico di ‘misericordia’ abbraccia molte opere buone. Immenso è il campo delle opere di misericordia. Non solo i ricchi e i facoltosi possono beneficare gli altri con l’elemosina, ma anche quelli di condizione modesta e povera. Così, disuguali nei beni di fortuna, tutti possono essere pari nei sentimenti di pietà dell’anima” (Discorso 6 sulla Quaresima, 2: PL 54, 286). San Gregorio Magno ricordava, nella sua Regola Pastorale, che il digiuno è reso santo dalle virtù che l’accompagnano, soprattutto dalla carità, da ogni gesto di generosità, che dona ai poveri e ai bisognosi il frutto di una nostra privazione (cfr 19,10-11).
La Quaresima, inoltre, è un tempo privilegiato per la preghiera. Sant’Agostino dice che il digiuno e l’elemosina sono “le due ali della preghiera”, che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio. Egli afferma: “In tal modo la nostra preghiera, fatta in umiltà e carità, nel digiuno e nell’elemosina, nella temperanza e nel perdono delle offese, dando cose buone e non restituendo quelle cattive, allontanandosi dal male e facendo il bene, cerca la pace e la consegue. Con le ali di queste virtù la nostra preghiera vola sicura e più facilmente viene portata fino al cielo, dove Cristo nostra pace ci ha preceduto” (Sermone 206, 3 sulla Quaresima: PL 38,1042). La Chiesa sa che, per la nostra debolezza, è faticoso fare silenzio per mettersi davanti a Dio, e prendere consapevolezza della nostra condizione di creature che dipendono da Lui e di peccatori bisognosi del suo amore; per questo, in Quaresima, invita ad una preghiera più fedele ed intensa e ad una prolungata meditazione sulla Parola di Dio. San Giovanni Crisostomo esorta: “Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Rendi splendida la tua abitazione con la luce della giustizia; orna le sue pareti con le opere buone come di una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose colloca la fede e la soprannaturale magnanimità, ponendo sopra ogni cosa, in alto sul fastigio, la preghiera a decoro di tutto il complesso. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza” (Omelia 6 sulla Preghiera: PG 64,466).
Cari amici, in questo cammino quaresimale siamo attenti a cogliere l’invito di Cristo a seguirlo in modo più deciso e coerente, rinnovando la grazia e gli impegni del nostro Battesimo, per abbandonare l’uomo vecchio che è in noi e rivestirci di Cristo, per giungere rinnovati alla Pasqua e poter dire con san Paolo “non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Buon cammino quaresimale a voi tutti! Grazie!
Saluti:
Je vous salue avec joie, chers pèlerins de langue française et plus particulièrement les jeunes présents! Je vous invite à prendre très au sérieux ce carême pour le vivre dans un esprit de foi et en faire un temps d’authentique conversion. En participant aux saints mystères, vous vous désaltérez à la source d’eau vive qui est en Dieu! Avec bénédiction!
I welcome all the English-speaking visitors present at today’s Audience, especially those from Ireland, Japan, South Korea and the United States. My special greeting goes to the priests and seminarians of Sacred Heart Major Seminary in Detroit. With prayerful good wishes for a spiritually fruitful Lent, I cordially invoke upon you and your families God’s blessings of joy and peace!
Ganz herzlich grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher, besonders das Diözesankomitee des Bistums Regensburg und die Priesteramtskandidaten des Eichstätter Priesterseminars, natürlich die Surberger und die Traunsteiner. Sehr herzlich danke ich der Allgäuer Blaskapelle für ihre wunderbare Musik. Gehen wir mit Fasten, Almosengeben und Gebet den Weg der Erneuerung in Christus, so daß auch wir mit dem heiligen Apostel Paulus sagen können: »Nicht mehr ich lebe, sondern Christus lebt in mir« (Gal 2,20). Euch allen wünsche ich eine gesegnete Fastenzeit!
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México, Chile y otros países latinoamericanos. Queridos amigos, en este camino cuaresmal, os invito a acoger la invitación de Cristo a seguirlo de un modo más decidido y coherente, renovando la gracia y los compromisos bautismales, para que revistiéndoos de Cristo, podáis llegar renovados a la Pascua y decir con san Pablo “vivo yo, pero no soy yo, es Cristo quien vive en mí” (Gal 2, 20). Deseo a todos un santa Cuaresma.
Saúdo cordialmente os fiéis das paróquias de Calhariz do Benfica e Brandoa no Patriarcado de Lisboa, os professores e alunos das comunidades escolares das dioceses de Coimbra e do Porto e ainda o grupo de peregrinos, médicos e professores, de Guimarães. A vós e a todos os presentes de língua portuguesa desejo um caminho quaresmal abençoado, que vos permita encontrar, acolher e seguir mais de perto Jesus; e assim poderdes dizer, com São Paulo, «já não sou eu que vivo, é Cristo que vive em mim». Obrigado pela vossa presença. Ide com Deus.
Saluto in lingua polacca:
Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Wielki Post jest sposobnym czasem do umacniania naszej więzi z Chrystusem i do naśladowania Go w ofiarnej miłości. Podejmując na nowo zobowiązania chrzcielne, porzućmy starego człowieka, który jest w nas, a przyobleczmy się w Chrystusa, abyśmy przeżywali Paschę odnowieni i gotowi powtarzać za św. Pawłem: „Oto już nie ja żyję, ale żyje we mnie Chrystus”. Niech wam Bóg błogosławi!
Traduzione italiana:
Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. La Quaresima è il tempo opportuno per consolidare il nostro legame con Cristo e per seguirLo sulle vie dell’amore disposto al sacrificio. Accogliendo nuovamente gli impegni del nostro Battesimo, abbandoniamo l’uomo vecchio che è in noi e rivestiamoci di Cristo, per vivere la Pasqua rinnovati e pronti a ripetere con S. Paolo: “non vivo più io, ma Cristo vive in me”. Dio vi benedica!
Saluto in lingua croata:
Srdačno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito vjernike iz župe Svetog Antuna Padovanskog iz Sesvetskih Sela.
Dok započinjemo korizmeni hod, potičem vas, dragi prijatelji, da iskoristite ovo milosno vrijeme posta i molitve za osobno obraćenje i djela ljubavi. Hvaljen Isus i Marija!
Traduzione italiana:
Cordialmente saluto tutti i pellegrini Croati particolarmente i fedeli della parrocchia di Sant’Antonio di Padova in Sesvetska Sela. Cominciando il camino quaresimale, vi esorto, cari amici, ad approfittare di questo tempo favorevole di digiuno e di preghiera per la conversione personale e per le opere di carità. Siano lodati Gesù e Maria!
Saluto in lingua ungherese:
Isten hozta a magyar híveket, különösképpen azokat, akik Budapestről és Bodajkról érkeztek. Szeretettel köszöntelek Titeket.
Ma kezdődik nagyböjt időszaka. Negyven napon át a liturgia segít abban, hogy újra átélhessük megváltásunk titkát. A böjt és és az imádság egyesít bennünket Krisztussal, Aki az Atya akaratát teljesítve Önmagát adta a keresztfán.
Szívesen adom apostoli áldásomat Kedves Mindannyiotokra.
Dicsértessék a Jézus Krisztus!
Traduzione italiana:
Saluto con affetto i pellegrini di lingua ungherese, specialmente i gruppi che sono arrivati da Budapest e da Bodajk.
Oggi iniziamo la Quaresima – quaranta giorni durante i quali la liturgia ci aiuterà a rivivere il mistero della nostra redenzione. Tramite le rinunce e la preghiera ci uniamo a Cristo che compie la volontà del Padre e dona se stesso nell’offerta della Croce. Volentieri vi imparto la Benedizione Apostolica.
Sia lodato Gesù Cristo!
Saluto in lingua slovacca:
Zo srdca pozdravujem pútnikov zo Slovenska.
Bratia a sestry, apoštol Pavol vyzýva: „V mene Krista vás prosíme: zmierte sa s Bohom.“ Na začiatku Pôstu počujme toto pozvanie, ktoré je adresované každému z nás a ochotne ho nasledujme.
S láskou vás žehnám.
Pochválený buď Ježiš Kristus!
Traduzione italiana:
Saluto di cuore i pellegrini provenienti dalla Slovacchia.
Fratelli e sorelle, l’Apostolo Paolo invita: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.” Sentiamo all’inizio della Quaresima questo richiamo rivolto personalmente a ciascuno di noi e mettiamolo in pratica con generosità. Con affetto vi benedico.
Sia lodato Gesù Cristo!
* * *
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto voi, fedeli di Montecalvo Irpino, qui convenuti nel ricordo di san Pompilio Maria Pirrotti, e vi esorto a rendere ovunque una generosa testimonianza cristiana, seguendo le orme del vostro Patrono e sostenuti dalla materna intercessione di Maria, che voi venerate con il titolo di Madonna dell’Abbondanza. Saluto con affetto voi, pellegrini della parrocchia S. Matteo in Asiago, e vi incoraggio a seguire con fedeltà Gesù e il suo Vangelo, per essere cristiani autentici in famiglia e in ogni altro ambiente. Saluto i Membri della Fondazione “Mondo Unito” e li invito a proseguire con generosità il loro impegno in favore di progetti di solidarietà e di pace.
Porgo, infine, il mio saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Il tempo quaresimale, che oggi iniziamo, conduca ciascuno ad una conoscenza sempre più intima di Cristo, perché possiate, nelle diverse situazioni in cui vi trovate, avere i suoi stessi sentimenti e fare tutto in comunione con Lui.
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