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San FELICE DA NOLA 14 gennaio
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San FELICE DA NOLA 14 gennaio
L'altare della verità, a cura di Antonio Maria Sicari
Il santo di Nola più conosciuto è il vescovo san Paolino (355-431). Dicono che sia stato lui a inventare campane e campanili, come caratteristica delle chiese cristiane. Ma è conosciuto dagli studiosi soprattutto per i suoi 'Carmina' (poemi), considerati la più bella poesia cristiana in lingua latina. Ebbene, ne scrisse in tutto 33, e 14 di essi li compose in onore del martire san Felice da Nola (morto nel 303), di cui era devotissimo. Paolino gliene dedicò uno ogni anno, il 14 di gennaio, per 14 anni consecutivi.
È da queste poesie che conosciamo il santo di oggi, uno dei martiri dell'ultima persecuzione cristiana, prima dell'avvento di Costantino. È stato dunque san Paolino, vescovo di Nola a raccogliere una tradizione orale esistente nella sua terra e a trasmetterci poeticamente il racconto delle persecuzioni subite dal prete Felice, che era giunto dalla lontana Siria in aiuto al vescovo locale. Egli ci ha narrato i numerosi miracoli con cui Cristo aveva protetto il suo prete perseguitato e l'aveva sostenuto nel buon combattimento della fede. Poi anche i miracoli compiuti da Felice stesso e la devozione popolare che gli venne in seguito tributata.
I carmina indugiano anche nella descrizione attenta dei luoghi e delle basiliche edificate in suo onore. Veniamo così a sapere che la sua tomba era particolarmente venerata, anche perché si diceva che avesse la proprietà di svelare la menzogna e gli spergiuri di chi si accostava ad essa. Per questo la chiamavano 'ara veritatis' ('altare della verità').
La devozione a san Felice in terra nolana è molto radicata. E le celebrazioni in suo onore durano per nove giorni. Particolarmente delicato l¿uso di far cantare solo i bambini delle elementari, durante la messa solenne della Vigilia, il 13 gennaio. Ed è sempre il canto dei bambini che deve introdurre la processione solenne nel giorno della festa.
...fonte Avvenire.it
Il santo di Nola più conosciuto è il vescovo san Paolino (355-431). Dicono che sia stato lui a inventare campane e campanili, come caratteristica delle chiese cristiane. Ma è conosciuto dagli studiosi soprattutto per i suoi 'Carmina' (poemi), considerati la più bella poesia cristiana in lingua latina. Ebbene, ne scrisse in tutto 33, e 14 di essi li compose in onore del martire san Felice da Nola (morto nel 303), di cui era devotissimo. Paolino gliene dedicò uno ogni anno, il 14 di gennaio, per 14 anni consecutivi.
È da queste poesie che conosciamo il santo di oggi, uno dei martiri dell'ultima persecuzione cristiana, prima dell'avvento di Costantino. È stato dunque san Paolino, vescovo di Nola a raccogliere una tradizione orale esistente nella sua terra e a trasmetterci poeticamente il racconto delle persecuzioni subite dal prete Felice, che era giunto dalla lontana Siria in aiuto al vescovo locale. Egli ci ha narrato i numerosi miracoli con cui Cristo aveva protetto il suo prete perseguitato e l'aveva sostenuto nel buon combattimento della fede. Poi anche i miracoli compiuti da Felice stesso e la devozione popolare che gli venne in seguito tributata.
I carmina indugiano anche nella descrizione attenta dei luoghi e delle basiliche edificate in suo onore. Veniamo così a sapere che la sua tomba era particolarmente venerata, anche perché si diceva che avesse la proprietà di svelare la menzogna e gli spergiuri di chi si accostava ad essa. Per questo la chiamavano 'ara veritatis' ('altare della verità').
La devozione a san Felice in terra nolana è molto radicata. E le celebrazioni in suo onore durano per nove giorni. Particolarmente delicato l¿uso di far cantare solo i bambini delle elementari, durante la messa solenne della Vigilia, il 13 gennaio. Ed è sempre il canto dei bambini che deve introdurre la processione solenne nel giorno della festa.
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