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lunedì 1 febbraio
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lunedì 1 febbraio
IV Settimana - Tempo Ordinario
Santa Verdiana
Feria
IV Settimana del Salterio
Antifona d'ingressoSanta Verdiana
Feria
IV Settimana del Salterio
Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici da tutti i popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode. (Sal 106,47)
Colletta
Dio grande e misericordioso,
concedi a noi tuoi fedeli
di adorarti con tutta l’anima
e di amare i nostri fratelli nella carità del Cristo.
Egli è Dio, e vive e regna con te...
Prima Lettura
Dal secondo libro di Samuèle (15,13-14.30; 16,5-13)
In quei giorni, arrivò un informatore da Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti si è volto verso Assalonne».
Allora Davide disse a tutti i suoi ministri che erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi, fuggiamo; altrimenti nessuno di noi scamperà dalle mani di Assalonne. Partite in fretta perché non si affretti lui a raggiungerci e faccia cadere su di noi la sventura e colpisca la città a fil di spada». Davide saliva l'erta degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.
Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della stessa famiglia della casa di Saul, chiamato Simeì, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando e gettava sassi contro Davide e contro tutti i ministri del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla destra e alla sinistra del re.
Simeì, maledicendo Davide, diceva: «Vattene, vattene, sanguinario, scellerato! Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne tuo figlio ed eccoti nella sventura che hai meritato, perché sei un sanguinario».
Allora Abisài figlio di Zeruià disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!».
Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Zeruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai così?».
Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi ministri: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: Quanto più ora questo Beniaminita! Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi».
Davide e la sua gente continuarono il cammino.
Parola di Dio.
L’opinione pubblica vedeva in Assalonne (uno dei figli di Davide) l’unico eredo valido del vecchio re. Ma Davide ha scacciato Assalonne dalla corte in seguito ad un fratricidio (2Sam 13)una vaga riconciliazione del padre col figlio non ha impedito a quest’ultimo di preparare una rivolta contro il padre poggiandosi sul malcontento generale della popolazione. Venuto il momento, Assalonne si fa consacrare re in Ebron, l’antica città regale delle tribù del Sud: la rivolta si svolge ora a viso scoperto.
Alla notizia dell’insurrezione, Davide lascia immediatamente Gerusalemme: non può fronteggiare contemporaneamente i rivoltosi del Nord e quelli del Sud, perciò preferisce guadagnare tempo ritirandosi nella Trasgiordania, sperando di reclutarvi mercenari. La sua fuga si svolge nel lutto: i suoi amici lo piangono (v. 30); i suoi nemici lo maledicono.
Davide è soltanto più un uomo contrastato che termina il suo regno con una terribile sconfitta.
Salmo Responsoriale (dal Salmo 3)
Rit. Sorgi, Signore: sei tu la mia difesa.
Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
Molti di me vanno dicendo:
«Neppure Dio lo salva!».
Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.
Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto in mezzo a noi:
Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.
Vangelo
† Dal vangelo secondo Marco (5,1-20)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!». E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti». E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.
Parola del Signore.
Si tratta d’un caso d’ossessione diabolica particolarmente grave. L’uomo è furioso e non può essere trattenuto nemmeno con robuste catene. Il suo orribile soggiorno nei sepolcri scavati fra le rocce, - secondo le vedute d’allora, un posto preferito dagli spiriti immondi - i suoi urli sui monti, che si fanno sentire giorno e notte attraverso le campagne e fin nei casolari più distanti, il selvaggio atteggiamento: son tutti particolari che danno risalto alla gravità del caso.
Gesù libera quest’uomo miserabile dagli spiriti immondi che lo affliggono. Dopo la guarigione, egli se ne sta seduto, vestito e pienamente rinsavito. Ciò fa sulle persone che lo conoscono un effetto tanto insolito, che cominciano ad avere paura, ossia tremano di fronte alla potenza che è in possesso di Gesù (v. 15). Questo è il nocciolo della storia. I dati geografici trasportano sulla costa orientale, nella << Decapoli >>, che è la zona in cui sorgeva la confederazione ellenistica delle << dieci città >>, la cui popolazione era prevalentemente pagana.
Il risanato manifesta il desiderio di rimanere con Gesù; ma questi non lo accetta e lo rimanda invece presso i suoi parenti a raccontare loro quanto il Signore (Dio) aveva fatto e come avesse avuto compassione di lui. L’uomo però non si attiene a quest’incarico e annuncia attraverso la Decapoli, quindi per tutta la regione in lungo e in largo, il prodigio compiuto da Gesù; per la qual cosa tutti sono colpiti da stupore (v. 19s). Gesù voleva distogliere l’attenzione dalla sua persona e rivolgere i pensieri di quell’uomo all’aiuto prestatogli da Dio; egli invece parla di quanto ha fatto Gesù. Il guarito avrebbe dovuto riservare il racconto unicamente ai suoi parenti; ma egli lo << predica >> in tutta la regione e diventa con ciò un messaggero del Vangelo.
Orazione sulle offerte
Accogli con bontà, o Signore, questi doni
che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull’altare,
e trasformali in sacramento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
Fa’ risplendere sul tuo servo
la luce del tuo volto,
e salvami per la tua misericordia.
Che io non resti confuso, Signore,
perché ti ho invocato. (Sal 31,17-18)
Orazione dopo la comunione
O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa,
fa’ che per la forza di questo sacramento,
sorgente inesauribile di salvezza,
la vera fede si estenda sino ai confini della terra.
Per Cristo nostro Signore.
* * *
La religione non è un modo di guardare certe cose. È un certo modo di guardare le cose (R.E.S.).
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Lun 21 Ott 2013, 22:26 Da tina
» martedì 3 settembre 2013
Mar 03 Set 2013, 16:13 Da tina
» venerdì 12 luglio 2013
Ven 12 Lug 2013, 15:06 Da tina
» venerdì 5 luglio 2013
Ven 05 Lug 2013, 15:52 Da tina
» CORONCINA AL SACRO CUORE DI GESÙ
Gio 27 Giu 2013, 16:15 Da tina
» Beata Vergine Maria Consolatrice (La Consolata) Venerata a Torino
Gio 20 Giu 2013, 12:08 Da tina
» Beata Vergine Maria di Fatima 13 maggio
Lun 13 Mag 2013, 22:39 Da tina
» lunedì 13 maggio
Lun 13 Mag 2013, 22:33 Da tina
» lunedì 11 marzo
Lun 11 Mar 2013, 17:57 Da tina