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martedì 09 febbraio
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martedì 09 febbraio
V Settimana - Tempo Ordinario
San Rinaldo
Feria
I Settimana del Salterio
Antifona d'ingresso
Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio. (Sal 95,6-7)
Colletta
Custodisci
sempre con paterna bontà
la tua famiglia, Signore,
e poiché unico fondamento della nostra speranza
è la grazia che viene da te,
aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro..
Prima Lettura 1Re 8,22-23.27-30
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse:
«Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore.
Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!
Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo.
Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!».
Parola di Dio.
Dopo che Dio ha preso possesso del suo tempio con l’apparizione della nube (1Re 8,1-11), Salomone rivolge alla folla un breve discorso omiletico che ricorda il significato di questa dedicazione del Tempio. Passa poi alla preghiera di rendimento di grazie. La redazione che ci è rimasta, adotta lo schema classico dell’eucarestica giudaica: il rendimento di grazie a Dio per la sua benevolenza (v.23), il ricordo della realizzazione delle promesse (v.24), una lunghissima epìclesi in forma di intenzioni molteplici di preghiere (vv. 25-40), infine la conclusione nosologica (vv. 52-61).
Il motivo di rendimento di grazie è l’Alleanza a cui Dio è sempre fedele (Dt 4,37-38; 6,23; 7,8-10; 8, 17-18), purché il popolo, dal canto suo, rimanga fedele.
Il v.27 loda il Dio trascendente di accettare di farsi così vicino ai suoi (cfr Dt 4,7): è questo infatti il più grande mistero del Tempio (cfr 1Re 5,15-20).
Prima di elencare le intenzioni che raccomanda a Dio, il re ricorda che cos’è per lui la preghiera (vv. 28-30). Questa viene indicata con tre parola differenti: tephilàh, che comporta una nota di dolore, suppone un’angoscia o una sofferenza; tehinnàh, che è fiducia e sentimento della misericordia divina, sensibile al pentimento ed ai buoni proponimenti; infine, rinnàh, che è la preghiera gioiosa e confidente, certa di essere esaudita.
Salmo responsoriale dal Sal 83
Rit. Com'è dolce, Signore, abitare la tua casa!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
Canto al Vangelo (Sal 118)
Alleluia, alleluia.
Piega il mio cuore, o Dio, verso i tuoi insegnamenti;
donami la grazia della tua legge.
Alleluia.
Vangelo Mc 7,1-13
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Parola del Signore.
Agli uomini che Gesù chiama, Gesù porta la salvezza di Dio. Egli colma l’abisso che separava gli uomini da Dio.
La nuova comunità però può vivere solo se i chiamati rispondono, solo se effettivamente vivono con Dio. E come può avvenire questo? Marco risponde alla domanda nella presente discussione, che può essere posta in questi termini: << Le tradizioni degli antichi sono ancora obbliganti per la Chiesa? >>.
<< I Farisei e gli scribi gli chiedono: Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo le tradizioni degli antichi, ma prendono cibo con mani impure? >>.
Israele sapeva fin dall’antichità che il suo Dio era << santo >>, cioè non aveva nulla in comune né con il peccato, né con il male, né con dèi stranieri. Perciò era << impuro >> tutto quanto era in contrasto con l’essenza di Dio. E Israele, il popolo santo, eletto di Dio, doveva evitarlo. Questa distinzione tra << puro >> e << impuro >> (siano cose, siano animali), raggiunse il suo pieno vigore nella lotta di Israele contro le nazioni pagane. Furono dichiarati impuri soprattutto gli animali che erano serviti come totem o erano stati sacrificati a una divinità straniera. Ma anche alcuni determinati avvenimenti della vita erano considerati impuri; si credeva che in loro fosse operante la morte o qualche potenza demoniaca. La caratteristica di questa concezione era di ritenere che vi fosse una speciale forza interna dell’impuro, la quale contaminava gli uomini che venivano a contatto con essa.
Se l’uomo si era macchiato di peccato o di una qualsiasi cosa impura,e voleva incontrare Dio, doveva prima di tutto << purificarsi >>con determinate abluzioni.
Qui interviene Gesù. Se i farisei credono di essere idonei a vivere con Dio, a motivo delle << tradizioni degli antichi >>, si sbagliano; perché queste << tradizioni >> portano lontano da Dio. Un esempio: Egli disse loro: Sì, voi violate il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Infatti Mosè disse: Onora tuo padre e tua madre, e chiunque maledice il padre o la madre sia punito con la morte. Ma voi dite: se qualcuno dice al padre o alla madre: quanto tu potresti avere di aiuto da me sia Corbàn - offerta -,voi non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre.
<< Corbàn >>, in ebraico = offerto a Dio, nell’Antico Testamento = sacrificio o dono; nel tardo giudaismo divenne una formula di giuramento per la quale una cosa era dichiarata sacra per il tempio. In questo modo l’aiuto materiale (per esempio ) che era dovuto ai genitori, si dichiarava << corbàn per loro >> e così, invece che ad essi, era offerto, ma solo simbolicamente, al tempio. In base all’insegnamento dei farisei, veniva a cessare il loro dovere verso i genitori; in realtà, e Gesù lo sottolinea, era il quarto comandamento che veniva calpestato.
Orazione sulle offerte
Il pane e il vino che hai creato, Signore,
a sostegno della nostra debolezza,
diventino per noi sacramento di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
“Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia,
perché saranno saziati. (Mt 5,5-6)
Orazione dopo la comunione
O Dio, che ci hai resi partecipi
di un solo pane e di un solo calice,
fa’ che uniti al Cristo in un solo corpo
portiamo con gioia frutti di vita eterna
per la salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.
La fama evapora, la popolarità è un caso, la ricchezza ha le ali. Una cosa soltanto è durevole: il carattere (Horace Greeley).
San Rinaldo
Feria
I Settimana del Salterio
Antifona d'ingresso
Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio. (Sal 95,6-7)
Colletta
Custodisci
sempre con paterna bontà
la tua famiglia, Signore,
e poiché unico fondamento della nostra speranza
è la grazia che viene da te,
aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro..
Prima Lettura 1Re 8,22-23.27-30
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse:
«Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore.
Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!
Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo.
Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!».
Parola di Dio.
Dopo che Dio ha preso possesso del suo tempio con l’apparizione della nube (1Re 8,1-11), Salomone rivolge alla folla un breve discorso omiletico che ricorda il significato di questa dedicazione del Tempio. Passa poi alla preghiera di rendimento di grazie. La redazione che ci è rimasta, adotta lo schema classico dell’eucarestica giudaica: il rendimento di grazie a Dio per la sua benevolenza (v.23), il ricordo della realizzazione delle promesse (v.24), una lunghissima epìclesi in forma di intenzioni molteplici di preghiere (vv. 25-40), infine la conclusione nosologica (vv. 52-61).
Il motivo di rendimento di grazie è l’Alleanza a cui Dio è sempre fedele (Dt 4,37-38; 6,23; 7,8-10; 8, 17-18), purché il popolo, dal canto suo, rimanga fedele.
Il v.27 loda il Dio trascendente di accettare di farsi così vicino ai suoi (cfr Dt 4,7): è questo infatti il più grande mistero del Tempio (cfr 1Re 5,15-20).
Prima di elencare le intenzioni che raccomanda a Dio, il re ricorda che cos’è per lui la preghiera (vv. 28-30). Questa viene indicata con tre parola differenti: tephilàh, che comporta una nota di dolore, suppone un’angoscia o una sofferenza; tehinnàh, che è fiducia e sentimento della misericordia divina, sensibile al pentimento ed ai buoni proponimenti; infine, rinnàh, che è la preghiera gioiosa e confidente, certa di essere esaudita.
Salmo responsoriale dal Sal 83
Rit. Com'è dolce, Signore, abitare la tua casa!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
Canto al Vangelo (Sal 118)
Alleluia, alleluia.
Piega il mio cuore, o Dio, verso i tuoi insegnamenti;
donami la grazia della tua legge.
Alleluia.
Vangelo Mc 7,1-13
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Parola del Signore.
Agli uomini che Gesù chiama, Gesù porta la salvezza di Dio. Egli colma l’abisso che separava gli uomini da Dio.
La nuova comunità però può vivere solo se i chiamati rispondono, solo se effettivamente vivono con Dio. E come può avvenire questo? Marco risponde alla domanda nella presente discussione, che può essere posta in questi termini: << Le tradizioni degli antichi sono ancora obbliganti per la Chiesa? >>.
<< I Farisei e gli scribi gli chiedono: Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo le tradizioni degli antichi, ma prendono cibo con mani impure? >>.
Israele sapeva fin dall’antichità che il suo Dio era << santo >>, cioè non aveva nulla in comune né con il peccato, né con il male, né con dèi stranieri. Perciò era << impuro >> tutto quanto era in contrasto con l’essenza di Dio. E Israele, il popolo santo, eletto di Dio, doveva evitarlo. Questa distinzione tra << puro >> e << impuro >> (siano cose, siano animali), raggiunse il suo pieno vigore nella lotta di Israele contro le nazioni pagane. Furono dichiarati impuri soprattutto gli animali che erano serviti come totem o erano stati sacrificati a una divinità straniera. Ma anche alcuni determinati avvenimenti della vita erano considerati impuri; si credeva che in loro fosse operante la morte o qualche potenza demoniaca. La caratteristica di questa concezione era di ritenere che vi fosse una speciale forza interna dell’impuro, la quale contaminava gli uomini che venivano a contatto con essa.
Se l’uomo si era macchiato di peccato o di una qualsiasi cosa impura,e voleva incontrare Dio, doveva prima di tutto << purificarsi >>con determinate abluzioni.
Qui interviene Gesù. Se i farisei credono di essere idonei a vivere con Dio, a motivo delle << tradizioni degli antichi >>, si sbagliano; perché queste << tradizioni >> portano lontano da Dio. Un esempio: Egli disse loro: Sì, voi violate il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Infatti Mosè disse: Onora tuo padre e tua madre, e chiunque maledice il padre o la madre sia punito con la morte. Ma voi dite: se qualcuno dice al padre o alla madre: quanto tu potresti avere di aiuto da me sia Corbàn - offerta -,voi non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre.
<< Corbàn >>, in ebraico = offerto a Dio, nell’Antico Testamento = sacrificio o dono; nel tardo giudaismo divenne una formula di giuramento per la quale una cosa era dichiarata sacra per il tempio. In questo modo l’aiuto materiale (per esempio ) che era dovuto ai genitori, si dichiarava << corbàn per loro >> e così, invece che ad essi, era offerto, ma solo simbolicamente, al tempio. In base all’insegnamento dei farisei, veniva a cessare il loro dovere verso i genitori; in realtà, e Gesù lo sottolinea, era il quarto comandamento che veniva calpestato.
Orazione sulle offerte
Il pane e il vino che hai creato, Signore,
a sostegno della nostra debolezza,
diventino per noi sacramento di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
“Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia,
perché saranno saziati. (Mt 5,5-6)
Orazione dopo la comunione
O Dio, che ci hai resi partecipi
di un solo pane e di un solo calice,
fa’ che uniti al Cristo in un solo corpo
portiamo con gioia frutti di vita eterna
per la salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.
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La fama evapora, la popolarità è un caso, la ricchezza ha le ali. Una cosa soltanto è durevole: il carattere (Horace Greeley).
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Lun 21 Ott 2013, 22:26 Da tina
» martedì 3 settembre 2013
Mar 03 Set 2013, 16:13 Da tina
» venerdì 12 luglio 2013
Ven 12 Lug 2013, 15:06 Da tina
» venerdì 5 luglio 2013
Ven 05 Lug 2013, 15:52 Da tina
» CORONCINA AL SACRO CUORE DI GESÙ
Gio 27 Giu 2013, 16:15 Da tina
» Beata Vergine Maria Consolatrice (La Consolata) Venerata a Torino
Gio 20 Giu 2013, 12:08 Da tina
» Beata Vergine Maria di Fatima 13 maggio
Lun 13 Mag 2013, 22:39 Da tina
» lunedì 13 maggio
Lun 13 Mag 2013, 22:33 Da tina
» lunedì 11 marzo
Lun 11 Mar 2013, 17:57 Da tina