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Giovane GAM, eccoti un dono veramente impagabile: il Vangelo di S. Giovanni, commentato espressamente per te. È il Vangelo «spirituale», che ti lascerà «shoccato» per la sua profondità e bellezza: il gioiello del Nuovo Testamento.
Il quarto Vangelo insiste con compiacenza sulla Vita che il Verbo incarnato è venuto a portare alle anime fedeli, soprattutto giovanili. È un tema che affiora in ogni pagina; soprattutto nel discorso dell'ultima cena (13,31-17,26) Gesù ne parla, in tutta confidenza, ai suoi discepoli. Questa Vita consiste nell'unione intima con Gesù e, per mezzo suo, con il Padre. Inaugurata dalla fede, dal battesimo e dalla venuta dello Spirito Santo, si mantiene e si fortifica con il Pane di Vita, che è la Comunione, cioè la partecipazione alla Carne e al Sangue di Gesù, con la preghiera, con la pratica dei comandamenti, specialmente della carità fraterna. Le rivelazioni intime dello Spirito Santo, le manifestazioni di Gesù non cessano di arricchirla. La pace, la gioia, la serenità - anche in mezzo alle prove e alle persecuzioni - invadono l'anima fedele. Così sorge quaggiù in terra la Città fraterna degli amici di Dio, uniti tra loro, uniti a Gesù e al Padre, «consumati nell'unità» (17,23).
Il Vangelo di S. Giovanni è il più vivo e il più vario di tutti i quattro i Vangeli. I racconti sono precisi, pittoreschi, soffusi talvolta da un brivido d'emozione o da un filo di sorriso. S. Giovanni è sensibilissimo al fascino delle cose, degli avvenimenti, dei profumi e delle ore.
I discorsi sono di una varietà stupefacente: colloqui intimi con i suoi discepoli (13-16), dialogo con la Samaritana al pozzo di Giacobbe (4), consultazione teologica di Nicodemo (3), «excursus» dottrinali (5,19-46; 6, 22-59), polemiche con i capi del giudaismo (7,14-39; 8,12-59), eccetera.
I personaggi sono disegnati alla Velasquaz o alla Rembrandt con un colore delicato e profondo. Ogni poco scoccano parole evocatrici, di una potenza inaudita, veri colpi di tuono in un cielo di uragano.
Gesù aveva detto: «Chi mi ama, sarà amato dal Padre mio e io l'amerò e mi manifesterò a lui» (14,21). Nessuno più di Giovanni «il discepolo che Gesù prediligeva» e che ricevette come Mamma la stessa Madre di Gesù, ne ha fatto la sublime esperienza. Leggilo e te ne convincerai.
Nell'amore dei Tre con Maria,
don Carlo DE AMBROGIO
Il quarto Vangelo insiste con compiacenza sulla Vita che il Verbo incarnato è venuto a portare alle anime fedeli, soprattutto giovanili. È un tema che affiora in ogni pagina; soprattutto nel discorso dell'ultima cena (13,31-17,26) Gesù ne parla, in tutta confidenza, ai suoi discepoli. Questa Vita consiste nell'unione intima con Gesù e, per mezzo suo, con il Padre. Inaugurata dalla fede, dal battesimo e dalla venuta dello Spirito Santo, si mantiene e si fortifica con il Pane di Vita, che è la Comunione, cioè la partecipazione alla Carne e al Sangue di Gesù, con la preghiera, con la pratica dei comandamenti, specialmente della carità fraterna. Le rivelazioni intime dello Spirito Santo, le manifestazioni di Gesù non cessano di arricchirla. La pace, la gioia, la serenità - anche in mezzo alle prove e alle persecuzioni - invadono l'anima fedele. Così sorge quaggiù in terra la Città fraterna degli amici di Dio, uniti tra loro, uniti a Gesù e al Padre, «consumati nell'unità» (17,23).
Il Vangelo di S. Giovanni è il più vivo e il più vario di tutti i quattro i Vangeli. I racconti sono precisi, pittoreschi, soffusi talvolta da un brivido d'emozione o da un filo di sorriso. S. Giovanni è sensibilissimo al fascino delle cose, degli avvenimenti, dei profumi e delle ore.
I discorsi sono di una varietà stupefacente: colloqui intimi con i suoi discepoli (13-16), dialogo con la Samaritana al pozzo di Giacobbe (4), consultazione teologica di Nicodemo (3), «excursus» dottrinali (5,19-46; 6, 22-59), polemiche con i capi del giudaismo (7,14-39; 8,12-59), eccetera.
I personaggi sono disegnati alla Velasquaz o alla Rembrandt con un colore delicato e profondo. Ogni poco scoccano parole evocatrici, di una potenza inaudita, veri colpi di tuono in un cielo di uragano.
Gesù aveva detto: «Chi mi ama, sarà amato dal Padre mio e io l'amerò e mi manifesterò a lui» (14,21). Nessuno più di Giovanni «il discepolo che Gesù prediligeva» e che ricevette come Mamma la stessa Madre di Gesù, ne ha fatto la sublime esperienza. Leggilo e te ne convincerai.
Nell'amore dei Tre con Maria,
don Carlo DE AMBROGIO
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