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Brevi cenni biografici
G.A.M. Gioventù Ardente Mariana :: LE DISCUSSIONI :: I santi ci insegnano a vivere il Vangelo :: La vita di Don Carlo
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Brevi cenni biografici
Don Carlo De Ambrogio nacque ad Arsiero (Vicenza) nel 1921, il 25 marzo, festa dell’Annunciazione e venerdì santo di quell’anno. Fin dalla primissima età sentì la chiamata al Sacerdozio.
A soli 9 anni entrò nell’ambiente salesiano, dove attuò la sua formazione, emise i santi voti in perpetuo il 15 agosto 1943, solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e fu ordinato Sacerdote il 29 giugno 1947, solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Si laureò nel 1945 A Padova in lettere e filosofia.
Fu un fervente figlio di Don Bosco, nella vita spirituale e apostolica. Nei dieci anni trascorsi al Collegio Don Bosco di Pordenone, si dedicò con zelo e generosità ai giovani nell’insegnamento, nell’internato e all’oratorio.
La sua nota caratteristica era la gioia, una gioia che scaturiva da una profonda vita interiore e che si irradiava su quanti l’avvicinavano.
Nel 1957 fu inviato a Torino presso la Casa Madre della Congregazione Salesiana come Responsabile della rivista salesiana «Meridiano 12», rivista d’attualità fondata da San Giovanni Bosco nel 1853 come «Letture cattoliche».
Questo incarico ha impegnato Don Carlo per oltre quindici anni anche come redattore di più rubriche della rivista: religione, medicina, scienza, politica, attualità. Conosceva perfettamente il tedesco, l’inglese, il francese, lo spagnolo oltre l’aramaico, l’ebraico, il greco. Preparatissimo in molte scienze per Don Carlo tutto serviva per portare i giovani alla causa del Vangelo. Fu invitato a Congressi internazionali di medicina.
Era anche un grande esperto di musica e canto. Suonava il pianoforte, l’organo e la fisarmonica. Conosceva a memoria gli spartiti dei più grandi compositori classici. Componeva musica con le parole del Vangelo per animare i canti dei giovani.
Dal 1957 al 1979 troviamo Don Carlo nella più dinamica attività e nello splendore soprannaturale della Grazia.
Fu inviato dai suoi Superiori in Asia per «relazioni sulle attività educative, caritative e sociali dei Salesiani in Asia». Visitò: Iran, India, Thailandia, Corea, Giappone, Hong Kong, Filippine, Ceylon, Formosa, Macao. A tutti i confratelli comunicava la sua gioia, la testimonianza del suo forte amore sacerdotale Eucaristico-Mariano. Ovunque diffuse grazia e amore come testimoniano i suoi confratelli delle missioni. «Il lavoro salesiano di testimonianza della carità non deve far dimenticare il fine ultimo di questo lavoro, cioè la Parola di Dio» (Manila Dic. 1970). «I missionari sono quindi portatori della Pace, nel termine biblico "shalom": sono gli apostoli della riconciliazione e della Pace; ecco allora la Chiesa cresce come prolungamento del Cristo» (Tokio 1970). «Il missionario deve essere un uomo di preghiera. La conversione è Grazia. Il missionario deve vivere in un continuo legame con Dio, in un perenne allacciamento di amore, in una preghiera piena di fiducia e confidenza filiale» (Thaipé Giugno 1970).
Scrisse due preziosi libri tradotti in molte lingue, compreso il cinese: «Educhiamo come Don Bosco», due capolavori di studio sulla pedagogia di Don Bosco per i giovani, testi preziosi per i genitori e gli educatori.
Scrisse il libro «Don Bosco e i giovani». Il suo Rettor Maggiore Don Ziggiotti scrisse nella prefazione: «Caro Don Carlo... Ciò che Don Bosco disse a voce e in iscritto per quei suoi carissimi figliuoli è stato da te spigolato con cura sapiente e presentato in queste cento pagine, in modo che gli allievi di oggi e di domani ne potranno godere come fossero scritte proprio per loro; e gli stessi Salesiani e i genitori impareranno con quale arte esercitasse la sua paternità il grande educatore Santo».
Preparò altri lavori impegnatissimi: la teologia del Vangelo di S. Giovanni, di S. Matteo, della Genesi. Commentò l’Ultima Cena di Gesù - Don Carlo tutta la vita ha invocato la grazia «Che tutti siano uno». «Che tutti siano consacrati nella verità» - e tradusse e commentò lsaia, il Libro dell’Emmanuele.
Visse il tempo splendido del Concilio Vaticano II. Fu grande diffusore della dottrina conciliare che in quel tempo lo vide anche come prezioso collaboratore, come giornalista, per più anni del giornale cattolico «Il Nostro Tempo» della Diocesi di Torino.
Dopo la sua morte sulle pagine di questo giornale si lesse: «... Don Carlo: un’anima dolcissima e forte, un "santino" di quelli che non pesano, che camminano in punta di piedi, ma che vanno dritti allo scopo».
In quegli anni, oltre alle Figlie di Maria Ausiliatrice, che egli seguì con particolare dedizione, veniva richiesto da molti altri Istituti, Comunità religiose e claustrali, come Confessore e predicatore di Esercizi spirituali.
Era atteso settimanalmente presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza, Cottolengo, per meditazioni sulla Parola di Dio. Nella Chiesa della Piccola Casa aveva il confessionale. Teneva corsi di esercizi alle suore cosiddetti "straordinari" e quando poteva quelli per le novizie. «Alla Piccola Casa Don Carlo De Ambrogio viveva per tutti in concetto di santità» testimonia per la causa Madre Bianca, Superiora Generale daI 1961 al 1973.
Seguì spiritualmente per anni le Suore della Congregazione Figlie di S. Giuseppe del Beato Marchisio. Le «Suore del Suffragio» del Beato Faà di Bruno lo attendevano ogni domenica per la S. Messa, sempre frequentatissima, teneva loro meditazioni ed era a disposizione per la Confessione e direzione spirituale, per 15 anni. Scrisse una biografia del loro Fondatore «Sacerdote e Scienziato».
Fu per anni confessore delle Suore non-vedenti San Gaetano della Casa Madre di Torino.
Tenne a Torino corsi serali per giovani e studenti universitari innamorandoli della Parola di Dio, portandoli ad un amore filiale all’Immacolata, in un intenso amore trinitario. A Torino particolarmente diresse spiritualmente Suore, Sacerdoti, chierici, giovani, universitari. «A volte lo chiamavano persino fino a 20 volte al giorno e lui sempre umile, paziente, sorridente, interrompeva il suo lavoro e accoglieva, confortava, perdonava».
Collaborò con la Società Editrice Internazionale SEI di Torino preparando alcuni Vangeli commentati per gli studenti delle scuole medie e superiori e curò la collana «Alfa e Omega» traducendo dal greco e commentando il Vangelo di San Giovanni, di San Luca, di San Marco, di San Matteo, l’Apocalisse, un lavoro di oltre 2500 pagine. Collaborò per oltre 12 anni attivamente con le Apostole missionarie del Centro Mater Divinae Gratiae di Rosta per la diffusione praticamente gratuita (il valore di un francobollo) della Parola di Dio. Con un lavoro senza sosta - la sera, la luce della sua stanzetta si spegneva dopo le 23 e alle 4 del mattino era già riaccesa -, tradusse dal greco e commentò in uno stile profondo ed agile un’intera collana di volumetti tascabili atti ad una diffusione capillare che chiamò Magnificat: gli Atti degli Apostoli, le Lettere di San Pietro, l’Apocalisse, San Paolo agli Efesini, le Parabole di Gesù, i Salmi dal n. 1 al n. 150 in tre volumetti, i Miracoli di Gesù, l’Eucaristia nei Vangeli, lo Spirito Santo nella S. Scrittura, la Carità nei Vangeli, le Lettere di S. Giovanni, il Profeta Geremia, San Paolo ai Galati, il Libro di Tobia, le Parole di Gesù in 4 volumetti. In «un invito a una crociera spirituale sulle orme di San Paolo», come lui stesso la definì, Don Carlo tradusse e commentò: Prima e Seconda Lettera ai Tessalonicesi: Gesù è il futuro dell’uomo - Prima Lettera ai Corinzi: Gesù è la nostra Sapienza - Seconda Lettera ai Corinzi: Gesù è il nostro "io" - Lettera ai Galati: Gesù è la nostra libertà - Lettera ai Romani: Gesù è la nostra storia e la nostra salvezza - Lettera ai Filippesi: Gesù è la nostra gioia - Lettera a Filemone: Gesù è la nostra rivoluzione e la nostra "violenza" - Lettera ai Colossesi: Gesù è il Signore del cosmo e di tutto l’universo - Lettera agli Efesini: Gesù è il Signore della Chiesa - Lettera a Tito: Gesù è la nostra ricchezza - Prima e Seconda Lettera a Timoteo: Gesù è il nostro tesoro - Lettera agli Ebrei: Gesù è il nostro Sommo Sacerdote e la nostra Alleanza.
Don Carlo, innamoratissimo della Madre di Gesù, la annunciava incarnandola nella sua vita coerente. Voleva essere solo proprietà della Tutta-dono, l’Immacolata come figlio docile in totale ascolto dello Spirito Santo.
Scrisse la collana «Conosci tua Madre», molto ricercata.
Nel 1973 erano già stati diffusi oltre 7 milioni di libretti in Italia e anche all’estero.
Lanciò poi in quegli anni il Messalino giornaliero «A Messa», (sempre del Centro Mater Divinae Gratiae), ricco di commenti e di esegesi della Parola di Dio, tutt’ora molto diffuso in Italia, nelle Parrocchie, comunità religiose, anime consacrate, semplici persone.
Nell’ora della Donna vestita di sole
il 24 Maggio 1975 NASCE IL G.A.M.
«Scolpì il Vangelo nel cuore dei giovani; li guidò ad amare l’Eucaristia, la Madonna, il Papa e mediante i Sacramenti. Li portò alla gioia e li lanciò nell’evangelizzazione».
Nel 1975, Anno Santo, in una veglia di preghiera da lui animata il 23 maggio, la notte dell’Ausiliatrice, con la partecipazione di quattromila giovani di tutta Italia, nacque il GAM. Movimento ecclesiale - Gioventù Ardente Mariana. Ciò che ha preparato quella notte di veglia deI 24 maggio 1975 supera nettamente la persona stessa di Don Carlo. Si tratta di una vera ispirazione celeste cui egli si è sottomesso con docilità, iniziativa e abbandono ai piani del Padre, tramite la Donna vestita di Sole.
«La Mamma - così egli amava chiamare abitualmente la Madonna - lo aveva preparato tutta la vita per quest’ora». I giovani lo seguivano attirati dal suo ideale: la Parola di Dio pregata e annunciata, attraverso il Cuore Immacolato di Maria, quale Madre della Chiesa, Mamma di ciascuno di noi.
«I giovani sono i più generosi - diceva - non razionalizzano, non calcolano. Sanno credere e abbandonarsi perché credono in Colei che è la Tutta Fede. Vogliono essere protagonisti del Vangelo, e si lanciano nell’evangelizzazione agli ordini della Condottiera».
Nel 1977 i suoi Superiori, dopo essersi accertati che l’Opera iniziata da Don Carlo era voluta dal Signore ed in modo materno dal Cuore Immacolato di Maria, lo invitarono a lasciare la tanto amata Congregazione Salesiana, perché il Movimento avesse più ampi sviluppi nella Chiesa. Così ne diede egli stesso notizia: «Il mio Rettor Maggiore mi ha consegnato alla Chiesa». Ne ebbe molto a soffrire, ma comprese che il Regno di Dio avanza come il chicco di frumento che muore per portare molto frutto.
Trovò nell’Arcivescovo di Napoli, Cardinale Corrado Ursi, il Pastore e il Padre che Io accolse con gioia e lo incardinò subito nella sua archidiocesi, appoggiandone l’Opera. «Caro Don Carlo, la Santa Chiesa che è a Napoli, è pronta ad accogliere la S.V. nel suo Presbiterio. Appena Ella verrà qui, sarà fatto il decreto di incardinazione. Prego il Signore che La inondi della Sua luce. La dolce Vergine La guidi maternamente. L’abbraccio con immenso affetto fraterno e La benedico». + Corrado Ursi Arcivescovo Metropolita - 26 Settembre 1977.
Percorse più volte tutta l’Italia per animare Cenacoli Gam in Istituti, Parrocchie, Ospedali, Caserme, Ospizi: Trieste, Milano, Roma, Genova, Bari, Brindisi, Catania, Reggio Calabria, Agrigento, Messina, Palermo, Torino, Rovigo, Venezia, Verona erano le città dove la sua presenza era maggiormente frequente. Ed ad ogni Cenacolo, dopo la preparazione con il Rosario e Parola di Dio, ore di Confessioni. Metteva però in guardia per il dopo Cenacolo: «Bisogna riempirsi di Dio, di un grande sogno, di un forte amore a Gesù». «Il demonio, scacciato, vagabonda nel deserto. Poi torna a vedere la casa; la trova spazzata, infiorata, bella, ordinata, pulita. Che cosa fa?. Ritorna nel deserto, chiama altri sette diavoli peggiori di lui, fa irruzione in quella casa, se ne impadronisce e la distrugge» (cf Mt 12,43-45). Perché? L’aveva trovata pulita, spazzata, ma vuota, vuota di Dio, vuota di preghiera, vuota di vita sacramentale (Confessione e Comunione), vuota di amore a Gesù e alla Madonna.
Con fedeltà eroica affrontò disagi a non finire dedicando ogni spazio libero e particolarmente la notte, alla preparazione di nuovi volumetti sulla Parola di Dio, in una catechesi pregata, per preparare poi i giovani all’evangelizzazione.
Preparò nuovi commenti per il Vangelo di S. Giovanni, di San Marco - Atti degli Apostoli - Vieni, Signore, Gesù - il Primo Cenacolo nel Vangelo di San Giovanni -i due libri di Samuele - il libro dell’Esodo - la Storia di Mosè - il libro di Rut - il libro di Giuditta. Preparò i libretti: «I Primi Venerdì del mese» - «I Primi Sabati del mese» - «Padre ho peccato» - la «Via Crucis» - «Che gioia pregare» - «Eucaristia, Pasqua dell’universo» - «l’Immacolata e i giovani» e una numerosissima serie di pieghevoli con Rosario e Parola di Dio per le varie ricorrenze liturgiche dell’anno, per il volantinaggio dei giovani.
Il nuovo commento in tre letture (con Israele, con Gesù, Gam, oggi) dei primi Salmi. Uno stupendo libretto «Cenacolo in Famiglia con una decina del Rosario, 31 giorni del mese, tutto il Vangelo di San Luca».
In particolare curò il foglio volante a servizio ecclesiale per la liturgia festiva PER ME CRISTO nelle tre versioni, adulti, fanciulli, scuola materna, diffuso gratuitamente e rapidamente in Italia e anche alle comunità dei suoi emigrati all’estero, e una numerosissima serie di pieghevoli con Rosario e Parola di Dio per le varie ricorrenze liturgiche dell’anno, per il volantinaggio dei giovani.
Parte della stampa fu fatta giungere al Santo Padre Paolo VI: «Segreteria di Stato N. 296426 ... Sua Santità, mentre esprime lieta e viva gratitudine per gli encomiabili sentimenti in questo modo manifestati - frutto, certo, della solida formazione cristiana che Ella e i suoi Confratelli offrono e che i giovani con animo pronto accolgono - non può non compiacersi della copiosa produzione di stampe, fascicoli e volumetti, di facile penetrazione, dedicati soprattutto a temi mariani e liturgici. Allo zelo della Signoria Vostra Reverenda e alla valida opera dei suoi collaboratori, come alla promettente gioventù che risponde, sensibile e generosa, alle iniziative e alle attività da Lei promosse, il Sommo Pontefice volentieri rivolge la Sua parola di paterno incoraggiamento, confermando la sua benevolenza e impartendo, propiziatrice di ogni aiuto divino, l’Apostolica Benedizione».
1979
Tante pene limarono la salute di Don Carlo. Offrì la sua vita per chi maggiormente lo aveva fatto soffrire.
Il 7 novembre 1979, a soli 58 anni, si compiva il suo ardente desiderio di tornare alla Casa del Padre, lasciando ai giovani il profumo della sua vita nascosta in Dio, il candore della sua trasparenza, la veste candida della sua profonda umiltà e carità. In lui la primavera della Chiesa, così spesso annunciata, era già in atto. I suoi funerali furono un vero trionfo di gioventù, un "Cenacolo" indimenticabile per tutti. Consegnò la fiaccola al suo fedele ed intimo collaboratore Don Bruno Busulini: «Era l’uomo dell’ascolto, il discepolo, colui che ascolta per imparare, per assimilare, per trasmettere» (Mons. Giulio Nicolini).
Don Carlo è vivo e continua la sua missione con l’Immacolata, «Ispiratrice e Madre del GAM». Continua nei suoi figli Sacerdoti «Consacrati del Gam» - incardinati nelle diocesi di Napoli e di Benevento - che continuano la sua missione tra i giovani; nelle sue figlie religiose del Movimento - «Figlie della Madre di Gesù» inserite nella diocesi di Alba, da lui iniziate per l’adorazione eucaristica, per la stampa Gam e l’animazione della gioventù Gam -; nei giovani che con entusiasmo e generosità consacrano un anno o più al Signore (iniziativa lanciata da Don Carlo) della loro vita vivendo in comunità Cenacolo, animando missioni, Cenacoli in Italia e anche all’estero; nei giovani GAM che evangelizzano in varie città d’italia e nell’America Latina; nelle famiglie «spina dorsale della Chiesa oggi» che vivono la spiritualità del Movimento, in appoggio ai giovani ed evangelizzando; nella stampa che viene diffusa gratuitamente in Italia ed all’estero, giungendo in tutti i continenti.
Che cosa prometteva Don Carlo e cosa faceva Don Carlo per attirare i giovani e lanciarli nell’evangelizzazione? Lui stesso quando nel lontano 1969 a Calcutta si pose questa domanda dopo aver incontrato Madre Teresa, ci darà la risposta: "Nulla". «Essa parla di Gesù, vive come una testimone della Luce. Dio vive in lei». Don Carlo è stato un segno della bontà e santità di Dio che traspariva e irradiava nei giovani, era una «lampada che arde e che splende» (Gv 5,35).
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