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Santi Faustino e Giovita Martiri 15 febbraio
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Santi Faustino e Giovita Martiri 15 febbraio
15 febbraio | ||||
La loro vita viene ricostruita, con l'aggiunta di diversi elementi leggendari, dalla «Legenda maior». Di storico vi è l'esistenza dei due giovani cavalieri, convertiti al cristianesimo, tra i primi evangelizzatori del Bresciano e morti martiri tra il 120 e il 134 al tempo dell'imperatore Adriano. La tradizione arricchisce di particolari il loro martirio. La loro conversione viene attribuita al vescovo Apollonio, lo stesso che poi ordina Faustino presbitero e Giovita diacono. Il loro successo nella predicazione, però, li espone all'odio dei maggiorenti di Brescia che invitano il governatore della Rezia Italico a eliminare i due col pretesto del mantenimento dell'ordine pubblico. La morte di Traiano, promotore della persecuzione, ritarda però i piani del governatore, che approfittando della visita del nuovo imperatore Adriano a Milano denuncia i due predicatori come nemici della religione pagana. Diversi eventi miracolosi li risparmiano dalla morte e spingono numerosi pagani - tra cui anche la moglie di Italico, Afra - a convertirsi. Portati a Milano, Roma e Napoli verranno decapitati infine a Brescia. (Avvenire) Patronato: Brescia Etimologia: Faustino = (come Fausto) propizio, favorevole, dal latino; Giovita = giovane vit Emblema: Palma Martirologio Romano: A Brescia, santi Faustino e Giovíta, martiri, che, dopo molte lotte sostenute per la fede di Cristo, ricevettero la vittoriosa corona del martirio. | ||||
La "Leggenda maior" ci racconta che entrambi eranofigli di una nobile famiglia pagana di Brescia. Entrarono presto nell'ordineequestre e divennero cavalieri. Attratti dal Cristianesimo, dopo lunghicolloqui con il vescovo sant'Apollonio, chiedono e ottengono il battesimo. Si dedicano subito all'evangelizzazione delle terre bresciane e per il lorozelo il vescovo Apollonio nomina Faustino presbitero e Giovita diacono. Ilsuccesso della loro predicazione li rende invisi ai maggiorenti di Bresciache approfittando della persecuzione voluta da Traiano (la terza) invitanoil governatore della Rezia Italico ed eliminare i due col pretesto delmantenimento dell'ordine pubblico. La morte di Traiano ritarda però i pianidel governatore, che approfittando però della visita del nuovo imperatoreAdriano a Milano denuncia i due predicatori come nemici della religionepagana. L'imperatore preoccupato da l'autorizzazione a Italico per la loropersecuzione. Questi dapprima minacciandoli di decapitazione chiede ai duegiovani di abiurare e di sacrificare agli dei, ma i due si rifiutano e perquesto vengono carcerati. Nel frattempo l'imperatore Adriano conduce unacampagna militare nelle Gallie e rientrando in Italia si ferma a Brescia,Italico lo coinvolge direttamente nella questione ed è l'imperatore stesso achiedere ai giovani il sacrificio al dio sole. I giovani non solo sirifiutano ma danneggiano la statua del dio. L'imperatore ordina allora chesiano dati in pasto alle belve del circo, ma le bestie si accovaccianomansuete ai piedi dei giovani e Faustino approfitta dell'occasione perchiedere la conversione degli spettatori dello spettacolo circense e moltiproclameranno la loro fede al Cristo, tra questi Afra, la moglie delgovernatore Italico, che conoscerà ella stessa il martirio e la santità. Laconversione del ministro del palazzo imperiale nonché comandante della cortepretoria, Calocero, irrita ancor più l'imperatore che ordina che i giovanisiano scorticati vivi e messi al rogo, ma le fiamme non lambiscono nemmenole vesti dei giovani, che vengono condotti in carcere a Milano, perché leconversioni a Brescia continuano ad aumentare. A Milano sono nuovamentetorturati e subiscono il supplizio dell'eculeo, ma anche in questa prigioniasuccedono eventi miracolosi, come l'uscita dal carcere dei due perincontrare e battezzare san Secondo. Trasferiti a Roma vengono portati alColosseo dove nuovamente le belve si ammansiscono ai loro piedi. Inviati aNapoli per nave, durante il viaggio sedano una tempesta. A Napoli sononuovamente torturati e abbandonati in mare su una barchetta, ma gli angelili riportano a riva. L'imperatore ordina allora il loro rientro a Bresciadove il nuovo prefetto eseguirà la sentenza di decapitazione il 15 febbraiopoco fuori di porta Matolfa. Saranno sepolti nel vicino cimitero di SanLatino dove il vescovo san Faustino (ecco un altro santo con nome Faustino)costruirà la chiesa di San Faustino ad sanguinem, poi Sant'Afra e oggiSant'Angela Merici. Alcune reliquie sono oggi conservate nella basilicadedicata ai due martiri. I due martiri sono raffigurati spesso in vestemilitare romana con la spada in un pugno e la palma del martirio nell'altra,in altre raffigurazioni sono in vesti religiose, Faustino da presbitero,Giovita da diacono. Di storico vi è l'esistenza dei due giovani cavalieri,convertitosi al cristianesimo, tra i primi evangelizzatori delle terrebresciane e morti martiri tra il 120 e il 134 al tempo di Adriano, che moltoprobabilmente non li conobbe mai e che da quanto risulta non ordinò maidirettamente una persecuzione, ma semplicemente non intervenne mai perimpedire quelle che nascevano nei vari angoli dell'impero. Il loro culto sidiffuse verso l'VIII secolo, periodo in cui fu scritta la leggenda, prima aBrescia e poi per mezzo dei longobardi in tutta la penisola ed inparticolare a Viterbo. Il loro patronato su Brescia fu confermato anche acausa di una visione dei due santi che combattevano a fianco dei brescianicontro i milanesi nello scontro decisivo che fece togliere l'assedio allacittà, il 13 dicembre 1438.
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