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Santa Rebecca Pierrette (Rafqa Pietra Choboq) Ar-Rayes 23 marzo
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Santa Rebecca Pierrette (Rafqa Pietra Choboq) Ar-Rayes 23 marzo
23 marzo | ||||
Himlaya, Libano, 29 giugno 1832 - Grabta, Libano, 23 marzo 1914 Nasce a Himlaya, villaggio del Metn settentrionale, nel 1832. Il suo nome di battesimo in arabo è Boutroussyeh, che corrisponde all'italiano Pierina. Nel 1853 si presenta alla congregazione delle suore Mariamât (Figlie di Maria) nel loro convento di Nostra Signora della Liberazione a Bifkaya. Accolta come postulante, compie il noviziato, pronuncia i voti nel 1856, studia da maestra e poi incomincia la sua missione di catechista e insegnante nei villaggi di montagna. Ma nel 1871 entra nel monastero di San Simeone, ad Aitou, e fa la professione solenne dei voti nel 1872 prendendo il nome di Rafka, Rebecca. Una nuova famiglia religiosa e soprattutto un nuovo servizio, che non consiste più nell'insegnare, ma nel soffrire. Dolori tremendi alla testa e agli occhi, dovuti anche a un'operazione sbagliata, e accettati con la certezza di partecipazione in questo modo alla passione del Signore. Muore nel 1914. (Avvenire) Etimologia: Rebecca = avvince (gli uomini) con la bellezza, dall'ebraico Martirologio Romano: Presso ad-Dahr in Libano, santa Rebecca ar-Rayyās da Himláya, vergine della Congregazione delle Suore Libanesi Maronite, che, cieca per trent’anni e affetta da altre infermità in tutto il corpo, perseverò nell’orazione continua confidando solo in Dio. | ||||
Rafqa a Himlaya (1832-1853) Rafqa nacque a Himlaya, villaggio del Metn settentrionale, il29 giugno 1832. Era figlia unica di Mourad Saber al-Choboq al-Rayès e di Rafqa Gemayel; fu battezzata il 7 luglio 1832 e ricevette il nome di Boutroussyeh (Pierina). I suoi genitori le insegnarono ad amare Dio e a pregare quotidianamente. Nel 1839, quando aveva sette anni, perse sua madre, alla quale era molto attaccata. Suo padre cadde, allora, in povertà e, nel 1843, la mandò a Damasco, a servizio nella casa di Asaad al-Badawi, che era di origine libanese, dove restò quattro anni. Rafqa tornò alla casa paterna nel 1847 e scoprì che suo padre si era risposato in sua assenza con una donna chiamata Kafa. Ella aveva, allora, quindici anni; era bella, socievole e di buon carattere, dotata di una voce melodiosa e di una religiosità profonda e umile. La sua zia materna voleva farla sposare a suo figlio, e la sua matrigna invece al proprio fratello, e ciò fece nascere un dissidio fra loro. Rafqa fu addolorata di questo e decise di farsi religiosa. Rafqa nella Congregazione delle Mariamât (Figlie di Maria) (1853-1871) Rafqa chiese a Dio di aiutarla a realizzare il suo desiderio. Le si presentò, allora, alla mente l'idea di recarsi al convento di Nostra Signora della Liberazione a Bikfaya, per divenire religiosa, insieme ad altre due ragazze che aveva incontrato lungo la strada. Al momento di entrare in chiesa, ella sentì una gioia interiore indescrivibile. Un solo sguardo gettato sull'immagine di Nostra Signora della Liberazione fu sufficiente per confermare in lei la chiamata a consacrarsi a Dio: "Tu diventerai religiosa" le diceva una voce nel profondo del suo cuore. La Madre Superiora accettò lei sola, senza le sue due compagne, senza farle le domande d'uso. Rafqa non ritornerà più a casa sua. Suo padre e la moglie si recarono al convento, per cercare di distoglierla dalla sua decisione, ma inutilmente. Ella fece un anno di postulantato e il 9 febbraio 1855, festa di San Marone, prese l'abito di novizia. Il 10 febbraio dell'anno seguente (1856), emise i voti religiosi, sempre nel convento di Nostra Signora della Liberazione a Bikfaya. Il primo agosto 1858, la giovane religiosa fu inviata al Seminario di Ghazir, in compagnia di suor Maria Gemayel. I Padri Gesuiti dirigevano, all'epoca, quel seminario. I superiori si proponevano, allora, di dare un'educazione adeguata alle ragazze che desideravano entrare fra le Mariamât. Oltre a questo incarico, fu affidato a Rafqa il servizio della cucina del seminario. Fra i seminaristi c'erano, a quel tempo, il futuro Patriarca Elia Huwayek, l'Arcivescovo Boutros al-Zoghbi e molti altri. Durante il soggiorno a Ghazir, profittò dei momenti liberi per approfondire le proprie conoscenze della lingua araba, dell'ortografia e dell'aritmetica. In seguito i superiori la inviarono in numerose scuole della montagna libanese, come Beit-Chabab, Choueir, Hammana,e altre. Nel 1860, Rafqa fu trasferita a Deir al-Qamar, per insegnare il Catechismo ai giovani. Ebbero luogo in quel periodo i drammatici avvenimenti che insanguinarono il Libano in quell'anno. Rafqa vide con i propri occhi il martirio di un gran numero di persone. Ebbe anche il coraggio di nascondere un bambino sotto il proprio mantello, salvandolo dalla morte. Rafqa trascorse a Deir al-Qamar circa un anno: poi tornò a Ghazir, passando per Beyrouth. Nel 1862, per ordine dei suoi superiori, Rafqa fu trasferita alla scuola della sua Congregazione a Jbeil, dove trascorse un anno a istruire le ragazze ed a formarle nei principi della fede cristiana. All'inizio del 1864, fu trasferita da Jbeil a Maad, su richiesta del grande benefattore Antoun Issa. Vi rimase sette anni, durante i quali fondò una scuola per istruire le ragazze; fu aiutata, in questo, da un'altra religiosa. Rafqa nella Congregazione delle Monache Libanesi Maronite (1871-1914) 1. Al Monastero di Mar Semaan al-Qarn, Aïtou Durante il suo soggiorno a Maad, nel corso di una crisi che aveva scosso la Congregazione delle Mariamât, intorno al 1871, Rafqa domandò a Dio di aiutarla a prendere una decisione secondo la sua volontà. In quei momenti sentì una voce che le diceva: "Tu sarai monaca". Dopo aver pregato fervidamente, vide in sogno San Giorgio, San Simeone lo Stilita, e Sant'Antonio il Grande, Padre dei monaci, che le disse: "Entra nell'Ordine delle Monache Libanesi Maronite". Antoun Issa la aiutò a trasferirsi da Maad al monastero di San Simeone al-Qarn a Aïtou, dove fu subito ricevuta, e vestì l'abito di novizia il 12 luglio 1871. Quindi, il 25 agosto 1872, fece la professione religiosa solenne, e prese il nome di suor Rafqa, in ricordo di sua madre, che si era chiamata Rafqa. Trascorrerà 26 anni nel monastero di Mar Semaan al-Qarn, Aïtou (1871-1897), essendo un esempio vivente, per le religiose sue consorelle, nell'obbedienza alle Regole, l'assiduità nelle preghiere, l'ascesi, l'abnegazione, ed il lavoro compiuto in silenzio. La prima domenica d'ottobre del 1885, nella chiesa del monastero, mentre era in preghiera, domandò al Signore di farla partecipare alla sua Passione redentrice. La sua preghiera fu esaudita la sera stessa: essa cominciò a provare fortissimi dolori alla testa e ben presto furono colpiti anche gli occhi. Tutte le cure furono senza effetto e si decise di mandarla a Beyrouth per tentare altre cure. Durante il viaggio si fermò a Jbeil, dove fu affidata a un medico americano che, dopo averla visitata, decise di operarla, ma durante l'operazione le estrasse per errore l'occhio destro. Il male colpì ben presto anche l'occhio sinistro; allora, i medici giudicarono che qualunque cura sarebbe stata inutile e Rafqa tornò nel suo monastero, dove il dolore agli occhi la accompagnò per 12 anni. Sopportò il suo dolore con pazienza, in silenzio, nella preghiera e nella gioia, ripetendo continuamente: "In unione con la Passione di Cristo". 2. Nel monastero di San Giuseppe al-Daher, Jrabta (1897-1914) Le autorità religiose dell'Ordine Libanese Maronita avevano preso la decisione di fondare il monastero di San Giuseppe al-Daher, a Jrabta (Batroun), e, nel 1897, furono distaccate sei religiose dal monastero di Mar Semaan a Aïtou, per formare la prima comunità residente in questo nuovo monastero, sotto l'autorità della Madre Ursula Doumith di Maad. Rafqa faceva parte di questo gruppo. Nel 1899 divenne completamente cieca, inaugurando una nuova tappa del suo calvario. Rafqa visse l'ultima tappa della sua vita cieca e paralitica: gli occhi completamente spenti, dolori acuti nei fianchi, e una debolezza generale in tutto il corpo, ad eccezione del suo volto, che restò luminoso e sereno fino all'ultimo respiro. Il femore destro si era dislocato e spostato; lo stesso anche il femore dell'altra gamba; la clavicola si era dislocata e conficcata nel collo; le vertebre potevano essere contate ad una ad una. Non rimaneva nessuna parte del corpo sana, tranne le articolazioni delle mani, delle quali si serviva per lavorare a maglia, ringraziando il Signore per averle risparmiato la sofferenza di dover restare senza poter far nulla. Rafqa si addormentò nel Signore in odore di santità il 23 marzo 1914, dopo una vita passata nella preghiera, nel servizio e nel portare la Croce, affidandosi all'intercessione di Maria, Madre di Dio, e di San Giuseppe. Fu sepolta nel cimitero del monastero. Il 10 luglio 1927 la sua spoglia mortale venne trasferita in una tomba nuova, in un angolo della chiesa del monastero, e questoin seguito all'introduzione della sua causa di beatificazione, il 23 dicembre 1925, ed all'inizio dell'inchiesta sulla fama di santità,il 16 maggio 1926. Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II l'ha dichiarata Venerabile l'11 febbraio 1982; fu beatificata il 17 novembre 1985 e canonizzata il 10 giugno 2001.
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