giovedì 11 febbraio

Antifona d'ingresso

Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio. (Sal 95,6-7)

Colletta

Custodisci sempre con paterna bontà
la tua famiglia, Signore,
e poiché unico fondamento della nostra speranza
è la grazia che viene da te,
aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro...

Prima Lettura

Dal primo libro dei Re
Quando Salomone fu vecchio, le sue donne l'attirarono verso dei stranieri e il suo cuore non restò più tutto con il Signore suo Dio come il cuore di Davide suo padre. Salomone seguì Astàrte, dea di quelli di Sidóne, e Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. Salomone commise quanto è male agli occhi del Signore e non fu fedele al Signore come lo era stato Davide suo padre.
Salomone costruì un'altura in onore di Càmos, obbrobrio dei Moabìti, sul monte che è di fronte a Gerusalemme, e anche in onore di Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. Allo stesso modo fece per tutte le sue donne straniere, che offrivano incenso e sacrifici ai loro dèi.
Il Signore, perciò, si sdegnò con Salomone, perché aveva distolto il cuore dal Signore Dio d'Israele, che gli era apparso due volte e gli aveva comandato di non seguire altri dei, ma Salomone non osservò quanto gli aveva comandato il Signore. Allora disse a Salomone: «Poiché ti sei comportato così e non hai osservato la mia alleanza né i decreti che ti avevo impartiti, ti strapperò via il regno e lo consegnerò a un tuo suddito. Tuttavia non farò ciò durante la tua vita per amore di Davide tuo padre; lo strapperò dalla mano di tuo figlio. Ma non tutto il regno gli strapperò; una tribù la darò a tuo figlio per amore di Davide mio servo e per amore di Gerusalemme, città da me eletta».



Al tempo di Salomone, la donna è considerata come un essere misterioso, in balìa di forze incontrollabili di fecondità e di sterilità. Perciò essa ricorre volentieri alla magia per controllare queste forze ed esige di rimanere in contatto con gli dèi del suo clan (Gen 31) per prevenire conflitti di giurisdizioni divine che, ai suoi occhi, non possono fare altro che imbrogliare la matassa. Questa connivenza della donna con le forze misteriose la legava quasi automaticamente alla magia e all'idolatria, perfino alla prostituzione sacra (Os 4,12-14; Dt 23,18; 1 Re 14,24; 22,47; Bar 6,42-44). Era costretta a rimanere fedele agli dèi familiari del suo clan; introduceva così l'idolatria in mezzo al popolo eletto.

Il Deuteronomio in particolare si è mostrato molto severo riguardo ai matrimoni con le donne straniere, a causa del pericolo che comportavano per il monoteismo ebraico (Es 34,15-16; Dt 7,3-4; Tb 4,13).

La concezione contemporanea della retribuzione porterà alla condanna delle spose straniere di Salomone (vv. 9-13). Dal Deuteronòmio la felicità era promessa agli Ebrei soltanto nella misura in cui avrebbero fatto scomparire tutti i clan dei Cananei che risiedevano nella Terra Promessa (Dt 7,1-2). Ora il matrimonio dei re con le straniere era una violazione flagrante di questo ordine divino (1Re 16,30-33). Perciò tutte le sventure minacciate da Dio alle relazioni con lo straniero derivarono, secondo la tradizione deuteronomica, da questo peccato dei re. La filosofia della storia, propria di questa tradizione, consiste, infatti, quando succede una disgrazia o quando si osserva un regresso nel corso degli eventi, nel cercare l’origine e la causa nel comportamento regale: la colpa di uno solo rimbalza allora su tutto il popolo e sconvolge il cammino della storia.

Si deve attendere l’intervento di Gesù nella storia perché la donna sia veramente riconosciuta nella sua dignità ed eguaglianza fondamentale con l’uomo.




Salmo Responsoriale (
Rit. Perdona, Signore, le nostre infedeltà.

Beati coloro che agiscono con giustizia
e praticano il diritto in ogni tempo.
Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo,
visitaci con la tua salvezza.

I nostri padri si mescolarono con le nazioni
e impararono le opere loro.
Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello.

Immolarono i loro figli
e le loro figlie agli dei falsi.
L'ira del Signore si accese contro il suo popolo,
ebbe in orrore il suo possesso.

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.
Benedetto sei tu, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato
i misteri del regno dei cieli.
Alleluia.

Vangelo

† Dal vangelo secondo Marco (
In quel tempo Gesù, partito da Genèsaret, andò nella regione di Tiro e di Sidóne. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.
Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenìcia. Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.
Parola del Signore.

Il racconto è una delle perle della tradizione. La donna pagana, originaria della Sirofenicia ( parte meridionale d’una lunga striscia di coste marine), dimostra di possedere una fede altrettanto tenace che la donna emorroissa, né si lascia impaurire dal rifiuto iniziale di Gesù. Nel suo parlare allegorico, Gesù vuol dire: Sono stato mandato innanzitutto per i figli di Israele e non posso preferire i pagani. Si è voluto spesso richiamare il fatto che gli Ebrei consideravano se stessi come figli di Dio e talvolta designavano i pagani col termine di << cani >>, per disprezzo; infatti questa parola in Oriente suonava come un insulto sanguinoso. Tuttavia ci si riferiva ai cani randagi, mentre Gesù qui parla di << cagnolini >>, ossia di animali domestici, ed in questo senso che l’intende la donna. Perciò Gesù non parla in uno stile odioso, ma, come usava spesso, conia qui una similitudine, mediante la quale intende dar rilievo a un pensiero.

Questo racconto si presenta ancora una volta come un esempio di fede. L’evangelista non ha bisogno nemmeno di far rilevare la nuova dimostrazione di fede data dalla donna fidandosi ciecamente delle parole dette da Gesù in lontananza. A Marco importa piuttosto il contegno tenuto da Gesù nei confronti di questa pagana e gli basta costatare che la guarigione è realmente avvenuta. Per i cristiani provenienti dal paganesimo, quella donna innominata diventa un’ immagine e un modello per loro stessi col suo accorrere fiducioso da Gesù per chiedergli soccorso e con la sua fede salda e irremovibile espressa con parole di tanta umiltà da divenire il corrispondente del centurione pagano, di cui narrano Matteo e Luca traendo il fatto da un’altra tradizione (cfr Mt8,5-13; Lc 7,1-10). In Matteo, Gesù dice alla donna pagana: << Donna, grande è la tua fede! >> (Mt 15,28).


Beata Maria Vergine di Lourdes. Dall’ 11 febbraio al 16 luglio 1858 apparve a Bernadette Soubirous, per diciotto volte, una misteriosa Signora, che alla fine si dichiara come la << Immacolata Concezione >> e ordina che sul luogo delle apparizioni - grotta di Massabielle presso Lourdes - venga costruito un santuario, che sarebbe diventato mèta di pellegrinaggi, di preghiere e luogo di penitenza per la conversione dei peccatori.



Orazione sulle offerte

Il pane e il vino che hai creato, Signore,
a sostegno della nostra debolezza,
diventino per noi sacramento di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.


Antifona alla comunione

Rendiamo grazie al Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi verso i figli degli uomini;
egli sazia il desiderio dell’assetato e
ricolma di beni l’affamato. (Sal 107,8-9)

Oppure:
“Beati coloro che piangono, perché saranno consolati.
Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia,
perché saranno saziati. (Mt 5,5-6)


Orazione dopo la comunione

O Dio, che ci hai resi partecipi
di un solo pane e di un solo calice,
fa’ che uniti al Cristo in un solo corpo
portiamo con gioia frutti di vita eterna
per la salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.



La vita è come una commedia: non importa quanto è lunga, ma come è recitata (Lucio Anneo Seneca).