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San Simeone Profeta 8 ottobre
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San Simeone Profeta 8 ottobre
VITA
Il nome “Simeone” deriva dall’ebraico e significa “Dio ha esaudito”. Simeone era un Israelita, nato prima della nascita di Cristo e morto nel I secolo a Gerusalemme. Nel vangelo di Luca (Lc 2,25-35), leggiamo che San Simeone era un uomo giusto e timorato di Dio. Egli aspettava la redenzione di Israele, lo Spirito Santo, che era su di Lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Quando Gesù fu presentato al Tempio, Simeone lo prese fra le sue braccia e benedisse Dio pronunciando un cantico di ringraziamento, conosciuto nella liturgia come il “Nunc Dimittis”, in cui profetizzava che Gesù avrebbe portato la salvezza agli uomini. Della vita e delle opere di San Simeone, non sappiamo altro, alcune notizie leggendarie sulla sua vita si trovano in alcuni testi apocrifi, ossia non canonici. Nel protoevangelo di Giacomo Simeone viene definito un “Grande Maestro” mentre il Vangelo di Nicodemo lo definisce “Beato e Giusto”. A Maria, la madre di Gesù, il vecchio Simeone annunzia: “egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, perché siano svelati i segreti di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Nel VI secolo le reliquie di Simeone pervennero a Costantinopoli da dove nel 1243, furono traslate a Zara in Dalmazia.
Culto
A Zara le reliquie di Simeone godono ancora oggi di grande venerazione. Nella chiesa bizantina la memoria di Simeone si celebra il 3 febbraio il giorno successivo alla Presentazione al Tempio di Gesù che avvenne il 2 febbraio. Nella chiesa romana la memoria di Simeone si celebra il giorno 8 ottobre ed è invocato come Patrono dei Bambini.
Iconografia
Nell’arte San Simeone è raffigurato in età avanzata, mentre tiene fra le sue braccia Gesù Bambino. Tra i suoi attributi c’è tavolta un giglio, o “una coppia di tortore o di giovani colombi”.
Il nome “Simeone” deriva dall’ebraico e significa “Dio ha esaudito”. Simeone era un Israelita, nato prima della nascita di Cristo e morto nel I secolo a Gerusalemme. Nel vangelo di Luca (Lc 2,25-35), leggiamo che San Simeone era un uomo giusto e timorato di Dio. Egli aspettava la redenzione di Israele, lo Spirito Santo, che era su di Lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Quando Gesù fu presentato al Tempio, Simeone lo prese fra le sue braccia e benedisse Dio pronunciando un cantico di ringraziamento, conosciuto nella liturgia come il “Nunc Dimittis”, in cui profetizzava che Gesù avrebbe portato la salvezza agli uomini. Della vita e delle opere di San Simeone, non sappiamo altro, alcune notizie leggendarie sulla sua vita si trovano in alcuni testi apocrifi, ossia non canonici. Nel protoevangelo di Giacomo Simeone viene definito un “Grande Maestro” mentre il Vangelo di Nicodemo lo definisce “Beato e Giusto”. A Maria, la madre di Gesù, il vecchio Simeone annunzia: “egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, perché siano svelati i segreti di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Nel VI secolo le reliquie di Simeone pervennero a Costantinopoli da dove nel 1243, furono traslate a Zara in Dalmazia.
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A Zara le reliquie di Simeone godono ancora oggi di grande venerazione. Nella chiesa bizantina la memoria di Simeone si celebra il 3 febbraio il giorno successivo alla Presentazione al Tempio di Gesù che avvenne il 2 febbraio. Nella chiesa romana la memoria di Simeone si celebra il giorno 8 ottobre ed è invocato come Patrono dei Bambini.
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