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Messaggio Da tina Mar 06 Ott 2009, 20:06

Una parola sulla Parola
la parola nella Parola
di Don Gaudenzio Pavan


Preghiera sorgente di pace

UNA PREGHIERA TRINITARIA


"Vi lascio la pace, vi dono la mia pace. Non come la dà il mondo, io la dò a voi" (Giovanni 14,27). La preghiera è l'anima di ogni apostolato. L'anima religiosa deve sapere che appena la sua anima, il suo pensiero, il suo corpo, si apre alla preghiera, si mette sull'istante alla presenza delle Tre divine Persone.
L'anima sta davanti ad un Tu, o meglio davanti ai "Tre".
Questo atteggiamento quotidiano, assiduo, costante, ci permette di risalire lentamente, giorno dopo giorno, alla Sorgente.
L'anima sale, prima attraverso le "scale", cioè lo sforzo umano, successivamente viene sollevata da un "ascensore", dalla preghiera stessa, verso le profondità e il gusto di Dio.
Sant'Agostino ci suggerisce: "Dio fa all'uomo gli scalini per salire. Dove glieli fa questi gradini? Nel cuore. Quanto più vivo sarà il vostro amore, tanto maggiore la vostra ascensione".
Ciò che permette di fare questa esperienza nella preghiera è la costanza. Preghiera e costanza ci avvicinano alla Sorgente della pace. Non è una "pace" politica, sociale (oggi molto diffusa), familiare, ma è l'incontro con Cristo Gesù, perché lui "è la nostra Pace" (Efesini 2,14).
Gesù è la personificazione della Pace. Lui, abitato dallo Spirito Santo in pienezza, ci rivela il Volto tenerissimo della pace: Dio-Padre, "il Dio della Pace" (1 Tessalonicesi 5,23).
Gesù nostra pace rivela, manifesta, il Volto materno del Padre Celeste: "Contemplando questo volto ci apriamo ad accogliere il mistero della vita trinitaria, per sperimentare sempre nuovamente l'amore del Padre e godere della gioia dello Spirito Santo" (R.V.M. 9).
Non dobbiamo mai dimenticare che è lo Spirito Santo che ci fa pregare. Come il caldo appartiene alla giungla, così lo Spirito Santo appartiene alla preghiera. Non dobbiamo mai dimenticare che è Gesù che ci insegna a pregare: Padre nostro. È la preghiera che ci mette in relazione filiale con il Padre. Pregare vuol dire abitare.
Pregare vuol dire sentirsi a casa, non un forestiero, non più nella terra d'Egitto, sotto l'egemonia del nemico, ma in uno stato di pace che si relaziona alla Trinità.


UNA PREGHIERA EUCARISTICA
"Vi lascio la pace, vi dono la mia pace. Non come la dà il mondo, io la dò a voi" (Giovanni 14,27).
"Datemi un punto di appoggio - diceva Archimede - e io vi solleverò il mondo". Questo "punto" è l'Eucaristia! Sappiamo che non esiste la pace, ma l'uomo di pace; non esiste la gioia, ma l'uomo gioioso. L'Eucaristia, Corpo vivificante dello Spirito, è un Corpo donato ed esposto all'uomo perché l'uomo s'accosti e beva la pace.
Noi Consacrati, dobbiamo riscoprire questo "punto" di appoggio per costruire la nostra pace. Puntiamo su questo "punto".
La pace che Gesù ci dà ha le radici verso l'alto. È un albero che fruttifica dentro la terra dell'uomo e ha le radici verso il Cielo. L'uomo di oggi, e anche tante anime consacrate, gestiscono la pace, senza il suo "Proprietario".
La pace viene dall'alto. È un "dono" - vi dò la mia pace - ma questo dono deve essere ampliato, alimentato, equilibrato e sublimato dalla santità della vita.
La pace non è una manifestazione esteriore, anche, ma è uno stato interiore. La pace è frutto dell'anima che vive in grazia di Dio, che vive un'unione eucaristica, un assiduo contatto con la Parola.
La pace è una benzina senza "piombo", senza armi; e la prima arma è il nostro egoismo, la nostra superiorità, la nostra arroganza, indisposizione, agitazione.
Dice uno scrittore: "Perché ci ostiniamo a recitare la vita che viverla limpidamente".
Gesù, ti chiediamo, donaci ciò che ci hai promesso: la tua pace.


UNA PREGHIERA MARIANA
"Vi lascio la pace, vi dono la mia pace. Non come la dà il mondo, io la dò a voi" (Giovanni 14,27). Chi poteva dire meglio, queste parole, se non Maria.
Immaginiamola ed ascoltiamola dopo il parto: "Figli miei, vi lascio la Pace. La Pace impastata con il mio sangue. Non vi ho dato una Pace di poco conto, effimera, superficiale, del mondo, ma reale e tangibile. Io La do a voi: Gesù!".
Lei ci aiuta a pregare, a "contemplare Cristo", dice Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica (R.V.M. 9). Pregare è guardare Gesù con gli occhi di Maria. Maria è un "modello insuperabile" nella contemplazione del volto di Gesù. Il Verbo eterno è venuto a noi per Maria e viene a noi per Maria.
È Lei che ci avvicina alla Parola, ci aiuta ad assimilarla in noi, ad adorarla e diffonderla. Nella nostra meditazione del Vangelo inseriamo, intercalando, l'Ave Maria. Facciamo passare la Parola in noi, attraverso di Lei. Lei dà un supporto, un sostegno, alla nostra preghiera. Maria nell'incarnazione ha dato il suo supporto a Dio, e lo continua nella Chiesa e nell'anima di chi prega.
Non è forse una giaculatoria ormai diffusa: Regina della Pace?
L'umanità, oggi, è attraversata da odio, guerra, indifferenza, perché è venuta meno la donna, l'insegnante, la consacrata. La Chiesa ha bisogno della Madre. Gli uomini sono rimasti nella casa della storia privi del "focolare domestico", privi della delicatezza materna di una madre, di Maria, Madre dell'Uomo.
Come rivive una famiglia all'arrivo della mamma! Come rivivrà la Chiesa, se la Madonna vi entrerà, come nella casa di Elisabetta, in fretta! Come?
Con la nostra preghiera del Rosario e la meditazione quotidiana, daremo l'imprimatur vero alla nostra unione con Lui. La preghiera sarà sorgente di pace e ci farà conoscere la Pace.


Don Gaudenzio Pavan
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