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DOMENICA 31 GENNAIO
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DOMENICA 31 GENNAIO
Domenica IV - Tempo Ordinario
Anno C
IV Settimana del Salterio
San Giovanni Bosco
Antifona d'ingressoAnno C
IV Settimana del Salterio
San Giovanni Bosco
Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici da tutti i popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode. (Sal 106,47)
Colletta
O Dio, che nel profeta accolto dai pagani
e rifiutato in patria
manifesti il dramma dell’umanità
che accetta o respinge la tua salvezza,
fa’ che nella tua Chiesa
non venga meno il coraggio
dell’annunzio missionario del Vangelo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima lettura
Ger 1,4-5.17-19
Dal libro del profeta Geremìa
Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni.
Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi,
àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti di fronte a loro,
altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te
come una città fortificata,
una colonna di ferro
e un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti».
Parola di Dio.
La prima lettura parla della vocazione e dell’attività del profeta Geremìa al tempo di Giosìa, re di Giuda (638-608 a.C.).
Il profeta (nabì) è una persona che è stata raggiunta dall’appello di Dio e che si trova a portare il peso di un compito divino. Ciò da una parte limita la sua forza; dall’altra, però l’aumenta. Poiché al suo compito il profeta è predestinato e designato da Dio, egli si presenta investito dell’autorità divina. Quanto egli esprime non è opinione propria.
Ogni singolo redento (come del resto anche tutta l’intera comunità neotestamentaria) ha ricevuto un compito profetico; ognuno è chiamato a fungere da profeta, ossia a proclamare a Dio. L’elemento profetico, però si inaridisce, se la Chiesa si presenta senza nulla da dire e se ha paura di proclamare la grazia e il giudizio di Dio.
Salmo responsoriale
Sal 70
Rit. La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
Seconda lettura
1Cor 12,31-13,13
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.
La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!
Parola di Dio.
L’amore non lo si può imparare leggendo una pagina ma soltanto vivendo a contatto con un amante. Di conseguenza la persona di Gesù di Nazaret è in fondo la vera chiave per la comprensione di questo testo, anche se in esso manca una cristologia vera e propria. Di fronte a Gesù gli uomini rimasero e rimangono colpiti dalla forza del suo linguaggio, dalla semplicità e profondità del suo messaggio, dalla dedizione incondizionata del suo sacrificio. La sua carità per i piccoli e i poveri manifesta meglio d’ogni altra cosa ciò che lo spinge: è la potenza dell’amore del Padre, che lo invia in mezzo agli uomini.
Dalla sua vita possiamo imparare quanto l’amore sia potente, pur nella sua impotenza. La bontà e la benignità di Dio, apparse in Gesù Cristo, non si possono far scomparire, neppure con l’uccisione fisica. Impariamo come ci si possa abbandonare totalmente all’amore, quando ci si sente amati incondizionatamente. Solo chi sa che il Padre celeste pensa e provvede a lui, non ha bisogno d’essere preoccupato per la propria esistenza.
Canto al Vangelo
(Lc 4,18)
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.
Vangelo
Lc 4,21-30
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore .
Luca ricorda prima la favorevole reazione che le parole di Gesù trovano presso i suoi ascoltatori, poi lo stupore per il loro conterraneo che essi pensavano di conoscere, e infine l’ironia e la stizza che degenerano sino a un tentativo di linciaggio.
Comincia la << sfida >> teologica che Gesù lancia ai suoi ascoltatori e << la lieta novella diviene storia della passione >>. L’accento della pericope viene a cadere sul racconto successivo: lo scontro che arriverà sino alla conclusione della croce, la rivelazione del Cristo respinto e perseguitato che alla fine riempirà di vergogna i suoi nemici.
Gesù non pone in cima ai suoi interessi la patria, ma lo straniero; per lui non è tipico il raccoglimento domestico, ma il peregrinare. Gesù non cerca la famiglia, la patria, il popolo: ma l’uomo e l’umanità.
Orazione sulle offerte
Accogli con bontà, o Signore, questi doni
che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull’altare,
e trasformali in sacramento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
“Oggi si è adempiuta la Scrittura
che voi avete udita con i vostri orecchi”. (Lc 4,21)
Orazione dopo la comunione
O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa,
fa’ che per la forza di questo sacramento,
sorgente inesauribile di salvezza,
la vera fede si estenda sino ai confini della terra.
Per Cristo nostro Signore.
* * *
Spesso si contraddice un’opinione mentre ciò che in realtà non piace è il tono in cui è stata espressa (Nietzsche).
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Lun 21 Ott 2013, 22:26 Da tina
» martedì 3 settembre 2013
Mar 03 Set 2013, 16:13 Da tina
» venerdì 12 luglio 2013
Ven 12 Lug 2013, 15:06 Da tina
» venerdì 5 luglio 2013
Ven 05 Lug 2013, 15:52 Da tina
» CORONCINA AL SACRO CUORE DI GESÙ
Gio 27 Giu 2013, 16:15 Da tina
» Beata Vergine Maria Consolatrice (La Consolata) Venerata a Torino
Gio 20 Giu 2013, 12:08 Da tina
» Beata Vergine Maria di Fatima 13 maggio
Lun 13 Mag 2013, 22:39 Da tina
» lunedì 13 maggio
Lun 13 Mag 2013, 22:33 Da tina
» lunedì 11 marzo
Lun 11 Mar 2013, 17:57 Da tina