Chi è online?
In totale ci sono 13 utenti online: 0 Registrati, 0 Nascosti e 13 Ospiti Nessuno
Il numero massimo di utenti online contemporaneamente è stato 285 il Mar 27 Lug 2021, 08:00
Statistiche
Abbiamo 49 membri registratiL'ultimo utente registrato è Trockoetiden
I nostri utenti hanno pubblicato un totale di 1959 messaggi in 1924 argomenti
PER SALUTARCI
Argomenti simili
Ultimi argomenti attivi
Capitolo III
Pagina 1 di 1
Capitolo III
IL COLLOQUIO CON NICODEMO
Un uomo di nome Nicodemo
1Tra i Farisei c'era un uomo di nome Nicodemo, una autorità tra i Giudei. 2Venne di notte da Gesù e gli disse: «Rabbi, noi sappiamo che tu sei venuto da parte di Dio come un Maestro; nessuno, infatti, può compiere i segni che tu compi se Dio non è con lui». 3Gesù gli rispose: «In verità, in verità io ti dico: nessuno può vedere il Regno di Dio se non nasce di nuovo, dall'alto». 4Gli ribatté Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è ormai vecchio? Può, forse, entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?». 5Gesù rispose: «In verità, in verità io ti dico: se non nasce da acqua e da Spirito nessuno può entrare nel Regno di Dio. 6Ciò che è nato dalla carne è carne; ciò che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: "Dovete nascere di nuovo, dall'alto". 8Il vento soffia dove vuole; tu ne senti la voce, ma non sai da che parte venga né dove vada. Così succede per chiunque è nato dallo Spirito». 9Replicò Nicodemo: «Ma come può succedere questo?». 10Gesù gli rispose: «Tu sei il maestro di Israele e non conosci tali cose? 11In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo veduto, ma voi non accettate la nostra testimonianza. 12Se non credete quando vi parlo di cose della terra, come crederete quando vi parlerò di cose del cielo? 13Nessuno è salito al Cielo tranne il Figlio dell'uomo, che scese dal Cielo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così dovrà essere innalzato il Figlio dell'uomo, 15in modo che chiunque crede in lui abbia la Vita eterna. 16Sì, Dio ha tanto amato il mondo da donargli il suo Figlio unigenito in modo che chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la Vita eterna. 17Poiché Dio ha inviato il Figlio suo nel mondo non per condannare il mondo, ma per salvare il mondo per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non viene condannato; chi non crede è già condannato poiché no ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19Il giudizio, poi, eccolo: la Luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla Luce, perché le loro opere erano malvagie.
20Chiunque, infatti, fa il male, odia la Luce e non viene alla Luce per timore che siano svelate le sue opere; 21chi invece agisce nella verità viene alla Luce così che appaia in tutta chiarezza che le sue opere sono fatte in Dio».
«L'amico dello sposo è colmo di gioia»
22Dopo di ciò, Gesù si recò con i suoi discepoli nella terra di Giudea; vi si trattenne con loro e battezzava. 23Anche Giovanni battezzava ad Ainon presso Salim, dove le acque erano abbondanti; e la gente veniva a farsi battezzare. 24Giovanni non era ancora stato messo in prigione.
25Sorse una discussione fra i discepoli di Giovanni e un giudeo, a proposito di purificazione. 26Andarono da Giovanni a dirgli: «Rabbì, colui che stava con te quand'eri sull'altra riva del Giordano, quello a cui tu hai reso testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui».
27Giovanni rispose: «Nessuno può arrogarsi qualche cosa se non gli viene data dal Cielo. 28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: - Non sono il Messia, ma sono stato mandato innanzi a lui -. 29Chi ha la sposa è lo sposo; l'amico dello sposo che gli è accanto è l'ascolta è colmo di gioia quando ode la voce dello sposo. Ecco la mia gioia: adesso è completa. 30Bisogna che lui cresca e io diminuisca.
31Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; chi è della terra è terrestre e parla da terrestre. Colui che viene dal Cielo 32testimonia di ciò che ha visto e ascoltato, ma nessuno accetta la sua testimonianza. 33Chi accetta la sua testimonianza certifica che Dio è veritiero. 34Colui che Dio ha inviato pronuncia le parole di Dio, che gli dà lo Spirito, senza misura. 35Il Padre ama il Figlio e gli ha dato tutto in mano. 36Chi crede nel Figlio ha la Vita eterna; chi si rifiuta di credere al Figlio non vedrà la Vita; la collera di Dio incombe su di lui».
*
* *
Gv 3, 1-2 Tra i Farisei c'era un uomo di nome Nicodemo, una autorità tra i Giudei. Venne di notte da Gesù e gli disse: «Rabbi, noi sappiamo che tu sei venuto da parte di Dio come un Maestro; nessuno, infatti, può compiere i segni che tu compi se Dio non è con lui».
Tra i farisei c'era un uomo di nome Nicodemo… Nicodemo vuol dire: «popolo vittorioso» ed è un nome che lascia capire già il futuro cristiano: «il vincitore», «il vittorioso».
Un'autorità tra i Giudei: un capo fra gli intellettuali.
Venne di notte da Gesù… I veri credenti vanno a Gesù: Nicodemo, Natanaele, i Samaritani. Così pure l'ufficiale regio, Maria la sorella di Marta: vanno a Gesù. Dirà Gesù: «Nessuno viene a me se non per dono del Padre» (cf Gv 6,44).
…e gli disse: «Rabbi…». Questo Nicodemo entrerà ancora due volte nel Vangelo di S. Giovanni. Adesso cerca la verità, al cap. 7° agisce con onestà e difende Gesù; al capitolo 19° onora il «Servo Sofferente» Gesù, portando mirra ed aloe per imbalsamare il suo cadavere.
Rabbi, noi sappiamo che tu sei venuto da parte di Dio come un Maestro: lo chiama Rabbi, e riconosce che è stato inviato da Dio.
Nessuno infatti può compiere i segni che tu compi se Dio non è con lui. È onesto, riconosce «i segni».
Gv 3,3 Gesù gli rispose:
«In verità, in verità io ti dico:
nessuno può vedere il Regno di Dio
se non nasce di nuovo, dall'alto».
Gesù gli rispose: Gesù non spiega mai, afferma: In verità, in verità io ti dico… 25 volte Gesù usa questa duplice espressione: «Amen, Amen». Essa vuol dire: «con certezza io ti dico» e precede le sue affermazioni. Bisognerebbe raccoglierle per vedere che affermazioni di luce, che lampi abbaglianti fa, dopo questo «Amen Amen».
Nessuno può vedere il Regno di Dio… Ecco un'altra caratteristica della predicazione di Gesù: «Regno di Dio». In Matteo troviamo: «Regno dei Cieli» perché evita il nome di Dio secondo la tradizione ebraica. S. Marco e S. Luca usano «Regno di Dio». S. Giovanni solo nel colloquio con Nicodemo usa questa espressione, poi parlerà sempre della "Vita" o la «Vita Eterna» che è lo stesso.
Che cos'è il Regno di Dio? Gesù non lo spiega; dice solo che dobbiamo accoglierlo. Non può spiegarlo perché ci trascende. Non possiamo immaginarlo.
Dio regnerà. S. Paolo definisce così Dio: «sarà Tutto in tutti», cioè saremo in tutto questo immenso universo, l'infinito di Dio.
…se non nasce di nuovo, dall'alto. Nel greco e anche nell'aramaico è una parola che ha un duplice significato: «di nuovo» oppure «dall'alto». Nicodemo lo prende in senso materiale.
Gv 3, 4-6 Gli ribatté Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è ormai vecchio? Può, forse, entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?».
Gesù rispose:
«In verità, in verità io ti dico:
se non nasce da acqua e da Spirito
nessuno può entrare nel Regno di Dio.
Ciò che è nato dalla carne è carne;
ciò che è nato dallo Spirito è spirito».
Gli ribatté Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è ormai vecchio? Può, forse, entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?».
Troviamo la parola chiave: madre. Noi sappiamo che la Madre di Gesù è Madre nostra.
Nicodemo chiede: «Come?». Quel «come» di tipo semitico vuol dire «spiega». Gesù non spiega. La folla dirà a Gesù: «Come può essere che tu ci dia la tua Carne da mangiare?» (cf Gv 6,52). Gesù non spiegherà. Affermerà. Non può spiegare, non abbiamo le categorie mentali per comprendere.
Gesù rispose: «In verità, in verità io ti dico: se non nasce da acqua e da Spirito…» col Battesimo. Lo Spirito Santo è identificato con l'acqua viva.
…nessuno può entrare nel Regno di Dio: cioè se non diventa nuova creatura. E come si nasce? Attraverso la Fede: bisogna credere.
Ciò che è nato dalla carne è carne; è la prima nascita.
Ciò che è nato dallo Spirito è spirito. Ecco la morte, la seconda nascita.
Gv 3, 7-8 «Non meravigliarti se ti ho detto:
"Dovete nascere di nuovo, dall'alto".
Il vento soffia dove vuole;
tu ne senti la voce,
ma non sai da che parte venga né dove vada.
Così succede per chiunque è nato dallo Spirito».
Non meravigliarti: sono cose che ci superano. Gesù ci dice: sono cose talmente superiori che non vi dovreste stupire. Piuttosto dovreste cercare di accoglierle con l'anima di un bimbo…
…se ti ho detto: «Dovete nascere di nuovo, dall'alto». La nuova nascita è da Maria per opera dello Spirito Santo.
Il vento soffia dove vuole; tu ne senti la voce… Gesù rivela il mistero di Dio. Il vento (ruàh) può significare anche lo Spirito Santo: «pneuma». Egli soffia dove vuole. Il nostro corpo sarà pneumatico, cioè tutto spiritualizzato, impregnato di Spirito Santo.
Ci raccomanda anche di sentire la voce dello Spirito, e la voce dello Spirito Santo è nelle parole di Gesù: «Le mie parole sono Spirito» (cf Gv 6,63); esse portano il soffio dello Spirito Santo e la vita.
Così succede per chiunque è nato dallo Spirito. Chi è nato dallo Spirito Santo sente che nella sua nuova nascita è sempre presente la Madonna.
Gv 3, 9-12 Replicò Nicodemo: «Ma come può succedere questo?». Gesù gli rispose: «Tu sei il maestro di Israele e non conosci tali cose?
In verità, in verità io ti dico:
noi parliamo di ciò che sappiamo
e testimoniamo di ciò che abbiamo veduto,
ma voi non accettate la nostra testimonianza.
Se non credete
quando vi parlo di cose della terra,
come crederete
quando vi parlerò di cose del cielo?».
Replicò Nicodemo: «Ma come può succedere questo?». Chiede a Gesù di spiegare.
Gesù gli rispose: «Tu sei maestro di Israele e non conosci tali cose? In verità, in verità io ti dico…»: terza affermazione in questo discorso a Nicodemo.
Noi parliamo di ciò che sappiamo… Qui Gesù usa il Noi perché rivela la Trinità. Ha parlato dello Spirito Santo, ha parlato del Regno di Dio, di Dio Padre. Ora usa il «Noi».
…e testimoniamo di ciò che abbiamo veduto, ma voi non accettate la nostra testimonianza. Testimonianza che vuol dire annuncio. È il lieto messaggio.
Se non credete quando vi parlo di cose della terra… cioè di questa nascita che avviene alla morte…
Come crederete quando vi parlerò di cose del cielo? Cioè della SS. Trinità. Dobbiamo credere e vivere questa vita divina trinitaria che ci colma l'anima di gioia, che ad esplorarla lascia così sgomenti, che dà le vertigini!
Gv 3, 13-15 «Nessuno è salito al Cielo
tranne il Figlio dell'uomo,
che scese dal Cielo.
E come Mosè innalzò il serpente nel deserto,
così dovrà essere innalzato il Figlio dell'uomo,
in modo che chiunque crede in lui
abbia la Vita eterna».
Nessuno è salito al Cielo… Ecco il Cielo… Come Gesù ci orienta verso il Padre, la Casa del Padre!
…tranne il Figlio dell'uomo, che scese dal Cielo. Il «Figlio dell'uomo» è un'espressione in bocca unicamente a Gesù.
E come Mosè innalzò il serpente nel deserto… Gesù fa il parallelo con l'Esodo (cf Nm 21, 4-9).
Così dovrà essere innalzato il Figlio dell'uomo. Innalzato, nella lingua di Gesù ha un duplice significato: innalzato nella gloria e innalzato in Croce. Quindi il Figlio di Dio, Gesù, bisogna vederlo nella sua elevazione in Croce che è il massimo segno dell'amore e della gloria data a Dio; e nella sua elevazione al Cielo, nell'Ascensione.
In modo che chiunque crede in lui abbia la Vita eterna. Ecco il Regno dei Cieli: è la vita di Dio che è l'Eterno.
Gv 3,16 «Sì, Dio ha tanto amato il mondo
da donargli il suo Figlio unigenito
in modo che chiunque crede in lui non perisca,
ma abbia la Vita eterna».
Sì, Dio ha tanto amato il mondo da donargli il suo Figlio unigenito… Gesù parlerà del giudizio e della luce; ma prima mette alla radice l'amore sconfinato del Padre. La parabola del Figliol prodigo (Lc 15, 11-32) ci parla del Padre in una maniera ineguagliabile. Gesù ci invita a guardare la natura che è un riflesso del Padre: «Osservate gli uccelli…» (cf Lc 12, 24-25). «Osservate i gigli dei campi, i fiori, … non filano, non tessono e nemmeno Salomone con tutta la sua magnificenza fu mai vestito come uno di quelli» (cf Lc 12, 27-28).
Qui si può dire che i fiori sono come la passerella dell'alta moda di Dio. Chissà che vesti stupende ci prepara il Signore se veste così i fiori! La Madonna ci sta tessendo l'abito nuziale di cui parla Gesù, con il filo d'oro dell'amore eucaristico e con il filo d'argento dell'umiltà e della carità.
Dio è prodigo nei suoi doni… Ora l'infinita sua prodigalità è il donare il suo Figlio Unigenito in modo che chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la Vita eterna.
Il Padre ci vuole rendere conformi all'immagine del Figlio suo, ci vuole dare la sua stessa Vita, la Vita eterna, la Vita di Dio. Gesù, poi, farà un altro dono: lo Spirito Santo.
I Padri greci in base alla definizione di S. Giovanni «Dio è amore», hanno definito così la SS.ma Trinità: il Padre è amore crocifiggente; il Figlio è amore crocifisso; lo Spirito Santo è amore che trionfa attraverso la crocifissione. «Dio è amore».
Gv 3, 17 «Poiché Dio ha inviato il Figlio suo nel mondo
non per condannare il mondo,
ma per salvare il mondo per mezzo di lui».
Poiché Dio ha inviato il Figlio suo nel mondo… Gesù è l'inviato del Padre. Quante volte lo proclama! E nel concetto ebraico l'inviato fa tutt'uno con colui che l'invia.
…non per condannare il mondo, ma per salvare il mondo per mezzo di lui. In San Giovanni, il mondo è una parola ambivalente, ha due significati: indica l'umanità, come in questo caso; e allora Dio ha tanto amato il mondo… il Figlio suo si è fatto uomo, non per condannare il mondo, ma per salvarlo.
Ma il mondo può indicare anche le forze ostili, avverse a Gesù, dominate da Satana, il principe di questo mondo. Allora Gesù dirà: «Io non prego per il mondo» (cf Gv 17,9).
Gv 3,18 «Chi crede in lui non viene condannato;
chi non crede è già condannato
poiché no ha creduto
nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».
Prima Gesù dice: «chi crede» e poi «chi non ha creduto nel nome…» Il nome e la persona si equivalgono. Gesù chiede la fede. Fede significa credere a Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Credere è accettare la sua parola, decidersi per lui, donarglisi, aderire a lui, interpretare tutto alla luce del suo messaggio, avere gli stessi occhi di Dio, avere «gli occhi del cuore» come chiama S. Paolo la fede.
Il verbo credere in San Giovanni è sempre un verbo che indica slancio, dinamismo della fede. È usato 76 volte nei primi 12 capitoli. 21 volte dal capitolo 13 alla fine.
Gesù chiede la fede, e Giovanni sottolinea i punti culminanti della fede: è alla morte di Gesù, al momento della nostra morte che dobbiamo testimoniare la fede. Dirà Giovanni alla morte di Gesù: «La sua testimonianza è vera, ed egli sa che dice il vero perché anche voi crediate» (cf Gv 19,35).
Mistero di fede, la morte. Umanamente sembra tutto finito, e invece è proprio allora che Dio chiede la nostra fede. Gesù dirà alla vedova di Nain: «Non piangere» (Lc 7,14). Dirà a Maria di Màgdala presso il sepolcro: «Donna, perché piangi?» (cf Gv 20,13). E poi chiede la fede.
Dopo la Risurrezione dice a Tommaso: «…beati coloro che crederanno senza aver visto» (cf Gv 20,29). E S. Giovanni conclude: «Queste cose sono state scritte perché voi crediate» (cf Gv 20,31). Sono i punti culminanti della fede: il mistero della Morte e Risurrezione. E questi due si assommano nel mistero dell'Eucaristia.
Gv 3,19 «Il giudizio, poi, eccolo:
la Luce è venuta nel mondo
e gli uomini hanno preferito
le tenebre alla Luce,
perché le loro opere erano malvagie».
Gesù nel Vangelo di S. Luca, nei Sinottici ha delle espressioni stupende per indicare la Fede in Gesù che è Luce dell'anima: l'occhio! «Lampada del tuo corpo è l'occhio…». L'occhio, nel linguaggio semitico, indica il cuore. Se il cuore è sano, se la sede dei pensieri è sana, tutto il corpo è luminoso (cf Mt 6, 22-23). Dice pure: è come lampada che fa luce tutto intorno, illumina tutto (cf Lc 11,33).
Ecco la nostra funzione: essere testimoni della luce, essere trasparenza di Gesù per far trasparire tutto il mondo. È la nostra missione. Tutti i valori umani, tutte le cose umane, noi dobbiamo farle trasparire, cioè interpretarle alla Luce di Gesù e immettere in loro la Luce di Gesù.
«Se invece il vostro cuore è tenebra, quanto fitte saranno le tenebre!» (cf Mt 6,23). Se il cuore è invaso dal peccato, non c'è niente da fare, si diventa opachi e per di più si rende buio tutto intorno a noi.
La missione dei giovani Sabra è di essere purissima trasparenza di Gesù; essere un cristallo, in modo da far trasparire tutto il mondo, tutte le anime che avviciniamo.
Anche le cose riflettono un po' di quella luce. Quando uno ama, vede tutto in un'altra luce. Questo occhio che trasforma è l'amore. E per noi è Gesù la Luce che fa trasparire tutto.
Gv 3, 20-21 «Chiunque, infatti, fa il male,
odia la Luce e non viene alla Luce
per timore che siano svelate le sue opere;
che invece agisce nella verità
viene alla Luce
così che appaia in tutta chiarezza
che le sue opere sono fatte in Dio».
Chiunque, infatti, fa il male… cioè compie opere malvagie… Quando chiesero a Bernadette chi era il peccatore, essa diede una risposta perfettamente teologica: «Peccatore è chi ama il peccato». Non chi fa il peccato, ma chi ama il peccato. Si commette il peccato perché si ama il male.
…odia la Luce e non viene alla Luce per timore che siano svelate le sue opere. Gesù è la Luce.
Chi invece agisce nella verità… fa la verità. S. Paolo dice: «Fare la verità nella carità» (cf Ef 4,15).
…viene alla Luce così che appaia in tutta chiarezza che le sue opere sono fatte in Dio. La nostra vita diventa tutta trasparenza di Dio.
Gv 3, 22-24 Dopo di ciò, Gesù si recò con i suoi discepoli nella terra di Giudea; vi si trattenne con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava ad Ainon presso Salim, dove le acque erano abbondanti; e la gente veniva a farsi battezzare. Giovanni non era ancora stato messo in prigione.
Dopo di ciò, Gesù si recò con i suoi discepoli nella terra di Giudea. È importante anche la geografia per S. Giovanni. La Giudea è la patria di Gesù perché è nato a Betlemme. Lì gli abitanti gli diventano ostili. La Galilea, invece, è il luogo privilegiato della fede. Il primo apostolato di Gesù è definito la primavera galilaica. È l'entusiasmo, lo slancio bellissimo della primavera.
Vi si trattenne con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava ad Ainon presso Salim, dove le acque erano abbondanti. Qui sono le acque della purificazione dei Giudei, le acque del battesimo di Giovanni, le acque del pozzo di Giacobbe… Giovanni immergeva nell'acqua.
Gesù porterà l'acqua viva, l'acqua nuova dello Spirito Santo.
E la gente veniva a farsi battezzare. Giovanni non era ancora stato messo in prigione.
Gv 3, 25-26 Sorse una discussione fra i discepoli di Giovanni e un giudeo, a proposito di purificazione. Andarono da Giovanni a dirgli: «Rabbì, colui che stava con te quand'eri sull'altra riva del Giordano, quello a cui tu hai reso testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui».
Sorse una discussione fra i discepoli di Giovanni e un giudeo, a proposito di purificazione. Discutono intorno a questi riti di questi lavaggi che indicano purificazioni interiori.
Andarono da Giovanni a dirgli: «Rabbì…». Giovanni aveva dei discepoli, quindi era un Maestro.
Colui che stava con te quand'eri sull'altra riva del Giordano… «Stava con te»: qui ci si domanda se Gesù è stato discepolo di Giovanni. Può essere, fino al battesimo, poi con il battesimo ha iniziato la sua missione.
Quello a cui tu hai reso testimonianza: l'aveva additato come «l'Agnello di Dio» (cf Gv 1,36); «quello su cui era sceso lo Spirito» (cf Gv 1,33).
Ecco che battezza e tutti vanno da lui. I discepoli di Giovanni portavano invidia.
Gv 3, 27-28 Giovanni rispose:
«Nessuno può arrogarsi qualche cosa
se non gli viene data dal Cielo.
Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto:
Non sono il Messia,
ma sono stato mandato innanzi a lui».
Giovanni rispose: egli invece era tutto calato nell'umiltà.
Nessuno può arrogarsi qualche cosa se non gli viene data dal Cielo. «Viene data» è un passivo divino: «che Dio non gli dà».
Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: Non sono io il Messia, ma sono stato mandato innanzi a lui. Si era messo al suo posto: posto di creatura.
Gv 3, 29-30 «Chi ha la sposa è lo sposo;
l'amico dello sposo
che gli è accanto è l'ascolta
è colmo di gioia quando ode la voce dello sposo.
Ecco la mia gioia: adesso è completa.
Bisogna che lui cresca
e io diminuisca».
Chi ha la sposa è lo sposo; tema nuziale che sfocia nella gioia cristologica. La buona novella è questa: Gesù è lo sposo che lega a sé l'umanità e la fa sua sposa.
L'amico dello sposo: l'intimo, colui che accompagna lo sposo; e Giovanni stava preparando il cuore degli uomini a ricevere Gesù.
… che gli è accanto e l'ascolta… Giovanni, tipica figura tutta recettività, tutto ascolto, tanto che ha sentito il bisogno di andare nel deserto per riudire nell'intimo la voce di Gesù che l'aveva chiamato fin dal seno materno nella visita che la Vergine Maria aveva fatto a Elisabetta.
…è colmo di gioia quando ode la voce dello sposo. Ezechiele definiva la sua sposa «la gioia dei miei occhi». Geremia passò una crisi forte. Come la risolse? Scoprì che il suo celibato era diventato splendido, anzi diventava sempre più incantevole quando notò che: «La tua Parola, o Signore, è la gioia del mio cuore».
La voce dello Sposo… La tua Parola diventa la gioia del mio cuore, molto più che non «la gioia dei miei occhi» che per Ezechiele era la sua sposa.
Ecco la mia gioia: adesso è completa, perfetta. Gesù, nell'Ultima Cena: «Vi dico queste cose, queste parole, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia perfetta» (cf Gv 15,11). Le parole di Gesù sono la voce dello Sposo che dà gioia, ma una gioia piena. La gioia è il nocciolo, il nucleo della pace.
Bisogna che lui cresca e io diminuisca. Un programma stupendo di umiltà: bisogna che Gesù cresca e il testimone diminuisca. Quindi, una delle caratteristiche del vero testimone della luce è l'umiltà vissuta con gioia. Saper scomparire nella gioia… Questo è stato l'atteggiamento tipico della Madonna, la prima evangelizzatrice, la prima testimone. Questo è pure l'atteggiamento di Giovanni, della Samaritana. Quando hanno dato la loro testimonianza, quando hanno annunciato Gesù, scompaiono.
Dovremo scomparire nella gioia, soprattutto nella morte. La nostra missione di testimoni di Gesù, della Luce, deve chiudersi in questa gioia del tramonto: scomparire nella gioia.
Gv 3, 31-32 «Chi viene dall'alto
è al di sopra di tutti;
chi è della terra
è terrestre e parla da terrestre.
Colui che viene dal cielo
testimonia di ciò che ha visto e ascoltato,
ma nessuno accetta la sua testimonianza».
Colui che viene dal Cielo testimonia di ciò che ha visto e ascoltato: ecco la caratteristica del testimone: vedere e ascoltare. Vedere con gli occhi della fede, vedere Gesù; quindi iniziare con questa visione di fede al mattino, nella visita, nell'Eucaristia; e poi ascoltare la sua parola per poterla ritrasmettere.
Ma nessuno accetta la sua testimonianza. È una forma di esprimersi tipica di Giovanni usare il termine «nessuno», perché poi dice: «chi accetta la sua testimonianza». Dunque in Giovanni "nessuno" non vuol dire totalità, vuol dire che «molti» purtroppo non accettano la sua testimonianza.
Gv 3, 33-36 «Chi accetta la sua testimonianza
certifica che Dio è veritiero.
Colui che Dio ha inviato
pronuncia le parole di Dio,
che gli dà lo Spirito, senza misura.
Il Padre ama il Figlio
e gli ha dato tutto in mano.
Chi crede nel Figlio ha la Vita eterna;
chi si rifiuta di credere al Figlio non vedrà la Vita;
la collera di Dio incombe su di lui».
Chi accetta la sua testimonianza certifica che Dio è veritiero. Cioè rende vero per sé ciò che Dio compie in lui. Rende vero, certifica che Dio è veritiero.
Colui che Dio ha inviato pronuncia le parole di Dio… Gesù dirà: «Io non faccio nulla da me» (cf Gv 8,28). «La mia parola non è mia» (cf Gv 7,16). Gesù, quindi, pronuncia le parole di Dio. Noi, inviati di Gesù, dobbiamo possedere queste parole di Gesù.
…che gli dà lo Spirito, senza misura. Gesù è stracolmo di parola di Dio.
Ecco poi uno spiraglio di Vita Trinitaria: Il Padre ama il Figlio… Questo amore si chiama Spirito Santo. Padre, Figlio, Spirito Santo… «i miei Tre», così li chiama Sr. Elisabetta che sentiva nella sua anima il Palazzo della Beatitudine, il Cielo.
…e gli ha dato tutto in mano. Gli ha dato tutto. «Tutto è vostro… Voi siete di Cristo, Cristo è del Padre» (cf 1 Cor 3,23).
Chi crede nel Figlio ha la Vita eterna. La vita è una risurrezione.
Chi si rifiuta di credere al Figlio non vedrà la Vita. Vita equivale a Regno di Dio: non vedrà il Regno di Dio.
La collera di Dio… il castigo, la punizione che si infligge da se stesso colui che commette il peccato.
…incombe su di lui. Chi commette il peccato fa scattare automaticamente una punizione: il peccato gli si ritorce contro.
Un uomo di nome Nicodemo
1Tra i Farisei c'era un uomo di nome Nicodemo, una autorità tra i Giudei. 2Venne di notte da Gesù e gli disse: «Rabbi, noi sappiamo che tu sei venuto da parte di Dio come un Maestro; nessuno, infatti, può compiere i segni che tu compi se Dio non è con lui». 3Gesù gli rispose: «In verità, in verità io ti dico: nessuno può vedere il Regno di Dio se non nasce di nuovo, dall'alto». 4Gli ribatté Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è ormai vecchio? Può, forse, entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?». 5Gesù rispose: «In verità, in verità io ti dico: se non nasce da acqua e da Spirito nessuno può entrare nel Regno di Dio. 6Ciò che è nato dalla carne è carne; ciò che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: "Dovete nascere di nuovo, dall'alto". 8Il vento soffia dove vuole; tu ne senti la voce, ma non sai da che parte venga né dove vada. Così succede per chiunque è nato dallo Spirito». 9Replicò Nicodemo: «Ma come può succedere questo?». 10Gesù gli rispose: «Tu sei il maestro di Israele e non conosci tali cose? 11In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo veduto, ma voi non accettate la nostra testimonianza. 12Se non credete quando vi parlo di cose della terra, come crederete quando vi parlerò di cose del cielo? 13Nessuno è salito al Cielo tranne il Figlio dell'uomo, che scese dal Cielo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così dovrà essere innalzato il Figlio dell'uomo, 15in modo che chiunque crede in lui abbia la Vita eterna. 16Sì, Dio ha tanto amato il mondo da donargli il suo Figlio unigenito in modo che chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la Vita eterna. 17Poiché Dio ha inviato il Figlio suo nel mondo non per condannare il mondo, ma per salvare il mondo per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non viene condannato; chi non crede è già condannato poiché no ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19Il giudizio, poi, eccolo: la Luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla Luce, perché le loro opere erano malvagie.
20Chiunque, infatti, fa il male, odia la Luce e non viene alla Luce per timore che siano svelate le sue opere; 21chi invece agisce nella verità viene alla Luce così che appaia in tutta chiarezza che le sue opere sono fatte in Dio».
«L'amico dello sposo è colmo di gioia»
22Dopo di ciò, Gesù si recò con i suoi discepoli nella terra di Giudea; vi si trattenne con loro e battezzava. 23Anche Giovanni battezzava ad Ainon presso Salim, dove le acque erano abbondanti; e la gente veniva a farsi battezzare. 24Giovanni non era ancora stato messo in prigione.
25Sorse una discussione fra i discepoli di Giovanni e un giudeo, a proposito di purificazione. 26Andarono da Giovanni a dirgli: «Rabbì, colui che stava con te quand'eri sull'altra riva del Giordano, quello a cui tu hai reso testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui».
27Giovanni rispose: «Nessuno può arrogarsi qualche cosa se non gli viene data dal Cielo. 28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: - Non sono il Messia, ma sono stato mandato innanzi a lui -. 29Chi ha la sposa è lo sposo; l'amico dello sposo che gli è accanto è l'ascolta è colmo di gioia quando ode la voce dello sposo. Ecco la mia gioia: adesso è completa. 30Bisogna che lui cresca e io diminuisca.
31Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; chi è della terra è terrestre e parla da terrestre. Colui che viene dal Cielo 32testimonia di ciò che ha visto e ascoltato, ma nessuno accetta la sua testimonianza. 33Chi accetta la sua testimonianza certifica che Dio è veritiero. 34Colui che Dio ha inviato pronuncia le parole di Dio, che gli dà lo Spirito, senza misura. 35Il Padre ama il Figlio e gli ha dato tutto in mano. 36Chi crede nel Figlio ha la Vita eterna; chi si rifiuta di credere al Figlio non vedrà la Vita; la collera di Dio incombe su di lui».
*
* *
Gv 3, 1-2 Tra i Farisei c'era un uomo di nome Nicodemo, una autorità tra i Giudei. Venne di notte da Gesù e gli disse: «Rabbi, noi sappiamo che tu sei venuto da parte di Dio come un Maestro; nessuno, infatti, può compiere i segni che tu compi se Dio non è con lui».
Tra i farisei c'era un uomo di nome Nicodemo… Nicodemo vuol dire: «popolo vittorioso» ed è un nome che lascia capire già il futuro cristiano: «il vincitore», «il vittorioso».
Un'autorità tra i Giudei: un capo fra gli intellettuali.
Venne di notte da Gesù… I veri credenti vanno a Gesù: Nicodemo, Natanaele, i Samaritani. Così pure l'ufficiale regio, Maria la sorella di Marta: vanno a Gesù. Dirà Gesù: «Nessuno viene a me se non per dono del Padre» (cf Gv 6,44).
…e gli disse: «Rabbi…». Questo Nicodemo entrerà ancora due volte nel Vangelo di S. Giovanni. Adesso cerca la verità, al cap. 7° agisce con onestà e difende Gesù; al capitolo 19° onora il «Servo Sofferente» Gesù, portando mirra ed aloe per imbalsamare il suo cadavere.
Rabbi, noi sappiamo che tu sei venuto da parte di Dio come un Maestro: lo chiama Rabbi, e riconosce che è stato inviato da Dio.
Nessuno infatti può compiere i segni che tu compi se Dio non è con lui. È onesto, riconosce «i segni».
Gv 3,3 Gesù gli rispose:
«In verità, in verità io ti dico:
nessuno può vedere il Regno di Dio
se non nasce di nuovo, dall'alto».
Gesù gli rispose: Gesù non spiega mai, afferma: In verità, in verità io ti dico… 25 volte Gesù usa questa duplice espressione: «Amen, Amen». Essa vuol dire: «con certezza io ti dico» e precede le sue affermazioni. Bisognerebbe raccoglierle per vedere che affermazioni di luce, che lampi abbaglianti fa, dopo questo «Amen Amen».
Nessuno può vedere il Regno di Dio… Ecco un'altra caratteristica della predicazione di Gesù: «Regno di Dio». In Matteo troviamo: «Regno dei Cieli» perché evita il nome di Dio secondo la tradizione ebraica. S. Marco e S. Luca usano «Regno di Dio». S. Giovanni solo nel colloquio con Nicodemo usa questa espressione, poi parlerà sempre della "Vita" o la «Vita Eterna» che è lo stesso.
Che cos'è il Regno di Dio? Gesù non lo spiega; dice solo che dobbiamo accoglierlo. Non può spiegarlo perché ci trascende. Non possiamo immaginarlo.
Dio regnerà. S. Paolo definisce così Dio: «sarà Tutto in tutti», cioè saremo in tutto questo immenso universo, l'infinito di Dio.
…se non nasce di nuovo, dall'alto. Nel greco e anche nell'aramaico è una parola che ha un duplice significato: «di nuovo» oppure «dall'alto». Nicodemo lo prende in senso materiale.
Gv 3, 4-6 Gli ribatté Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è ormai vecchio? Può, forse, entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?».
Gesù rispose:
«In verità, in verità io ti dico:
se non nasce da acqua e da Spirito
nessuno può entrare nel Regno di Dio.
Ciò che è nato dalla carne è carne;
ciò che è nato dallo Spirito è spirito».
Gli ribatté Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è ormai vecchio? Può, forse, entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?».
Troviamo la parola chiave: madre. Noi sappiamo che la Madre di Gesù è Madre nostra.
Nicodemo chiede: «Come?». Quel «come» di tipo semitico vuol dire «spiega». Gesù non spiega. La folla dirà a Gesù: «Come può essere che tu ci dia la tua Carne da mangiare?» (cf Gv 6,52). Gesù non spiegherà. Affermerà. Non può spiegare, non abbiamo le categorie mentali per comprendere.
Gesù rispose: «In verità, in verità io ti dico: se non nasce da acqua e da Spirito…» col Battesimo. Lo Spirito Santo è identificato con l'acqua viva.
…nessuno può entrare nel Regno di Dio: cioè se non diventa nuova creatura. E come si nasce? Attraverso la Fede: bisogna credere.
Ciò che è nato dalla carne è carne; è la prima nascita.
Ciò che è nato dallo Spirito è spirito. Ecco la morte, la seconda nascita.
Gv 3, 7-8 «Non meravigliarti se ti ho detto:
"Dovete nascere di nuovo, dall'alto".
Il vento soffia dove vuole;
tu ne senti la voce,
ma non sai da che parte venga né dove vada.
Così succede per chiunque è nato dallo Spirito».
Non meravigliarti: sono cose che ci superano. Gesù ci dice: sono cose talmente superiori che non vi dovreste stupire. Piuttosto dovreste cercare di accoglierle con l'anima di un bimbo…
…se ti ho detto: «Dovete nascere di nuovo, dall'alto». La nuova nascita è da Maria per opera dello Spirito Santo.
Il vento soffia dove vuole; tu ne senti la voce… Gesù rivela il mistero di Dio. Il vento (ruàh) può significare anche lo Spirito Santo: «pneuma». Egli soffia dove vuole. Il nostro corpo sarà pneumatico, cioè tutto spiritualizzato, impregnato di Spirito Santo.
Ci raccomanda anche di sentire la voce dello Spirito, e la voce dello Spirito Santo è nelle parole di Gesù: «Le mie parole sono Spirito» (cf Gv 6,63); esse portano il soffio dello Spirito Santo e la vita.
Così succede per chiunque è nato dallo Spirito. Chi è nato dallo Spirito Santo sente che nella sua nuova nascita è sempre presente la Madonna.
Gv 3, 9-12 Replicò Nicodemo: «Ma come può succedere questo?». Gesù gli rispose: «Tu sei il maestro di Israele e non conosci tali cose?
In verità, in verità io ti dico:
noi parliamo di ciò che sappiamo
e testimoniamo di ciò che abbiamo veduto,
ma voi non accettate la nostra testimonianza.
Se non credete
quando vi parlo di cose della terra,
come crederete
quando vi parlerò di cose del cielo?».
Replicò Nicodemo: «Ma come può succedere questo?». Chiede a Gesù di spiegare.
Gesù gli rispose: «Tu sei maestro di Israele e non conosci tali cose? In verità, in verità io ti dico…»: terza affermazione in questo discorso a Nicodemo.
Noi parliamo di ciò che sappiamo… Qui Gesù usa il Noi perché rivela la Trinità. Ha parlato dello Spirito Santo, ha parlato del Regno di Dio, di Dio Padre. Ora usa il «Noi».
…e testimoniamo di ciò che abbiamo veduto, ma voi non accettate la nostra testimonianza. Testimonianza che vuol dire annuncio. È il lieto messaggio.
Se non credete quando vi parlo di cose della terra… cioè di questa nascita che avviene alla morte…
Come crederete quando vi parlerò di cose del cielo? Cioè della SS. Trinità. Dobbiamo credere e vivere questa vita divina trinitaria che ci colma l'anima di gioia, che ad esplorarla lascia così sgomenti, che dà le vertigini!
Gv 3, 13-15 «Nessuno è salito al Cielo
tranne il Figlio dell'uomo,
che scese dal Cielo.
E come Mosè innalzò il serpente nel deserto,
così dovrà essere innalzato il Figlio dell'uomo,
in modo che chiunque crede in lui
abbia la Vita eterna».
Nessuno è salito al Cielo… Ecco il Cielo… Come Gesù ci orienta verso il Padre, la Casa del Padre!
…tranne il Figlio dell'uomo, che scese dal Cielo. Il «Figlio dell'uomo» è un'espressione in bocca unicamente a Gesù.
E come Mosè innalzò il serpente nel deserto… Gesù fa il parallelo con l'Esodo (cf Nm 21, 4-9).
Così dovrà essere innalzato il Figlio dell'uomo. Innalzato, nella lingua di Gesù ha un duplice significato: innalzato nella gloria e innalzato in Croce. Quindi il Figlio di Dio, Gesù, bisogna vederlo nella sua elevazione in Croce che è il massimo segno dell'amore e della gloria data a Dio; e nella sua elevazione al Cielo, nell'Ascensione.
In modo che chiunque crede in lui abbia la Vita eterna. Ecco il Regno dei Cieli: è la vita di Dio che è l'Eterno.
Gv 3,16 «Sì, Dio ha tanto amato il mondo
da donargli il suo Figlio unigenito
in modo che chiunque crede in lui non perisca,
ma abbia la Vita eterna».
Sì, Dio ha tanto amato il mondo da donargli il suo Figlio unigenito… Gesù parlerà del giudizio e della luce; ma prima mette alla radice l'amore sconfinato del Padre. La parabola del Figliol prodigo (Lc 15, 11-32) ci parla del Padre in una maniera ineguagliabile. Gesù ci invita a guardare la natura che è un riflesso del Padre: «Osservate gli uccelli…» (cf Lc 12, 24-25). «Osservate i gigli dei campi, i fiori, … non filano, non tessono e nemmeno Salomone con tutta la sua magnificenza fu mai vestito come uno di quelli» (cf Lc 12, 27-28).
Qui si può dire che i fiori sono come la passerella dell'alta moda di Dio. Chissà che vesti stupende ci prepara il Signore se veste così i fiori! La Madonna ci sta tessendo l'abito nuziale di cui parla Gesù, con il filo d'oro dell'amore eucaristico e con il filo d'argento dell'umiltà e della carità.
Dio è prodigo nei suoi doni… Ora l'infinita sua prodigalità è il donare il suo Figlio Unigenito in modo che chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la Vita eterna.
Il Padre ci vuole rendere conformi all'immagine del Figlio suo, ci vuole dare la sua stessa Vita, la Vita eterna, la Vita di Dio. Gesù, poi, farà un altro dono: lo Spirito Santo.
I Padri greci in base alla definizione di S. Giovanni «Dio è amore», hanno definito così la SS.ma Trinità: il Padre è amore crocifiggente; il Figlio è amore crocifisso; lo Spirito Santo è amore che trionfa attraverso la crocifissione. «Dio è amore».
Gv 3, 17 «Poiché Dio ha inviato il Figlio suo nel mondo
non per condannare il mondo,
ma per salvare il mondo per mezzo di lui».
Poiché Dio ha inviato il Figlio suo nel mondo… Gesù è l'inviato del Padre. Quante volte lo proclama! E nel concetto ebraico l'inviato fa tutt'uno con colui che l'invia.
…non per condannare il mondo, ma per salvare il mondo per mezzo di lui. In San Giovanni, il mondo è una parola ambivalente, ha due significati: indica l'umanità, come in questo caso; e allora Dio ha tanto amato il mondo… il Figlio suo si è fatto uomo, non per condannare il mondo, ma per salvarlo.
Ma il mondo può indicare anche le forze ostili, avverse a Gesù, dominate da Satana, il principe di questo mondo. Allora Gesù dirà: «Io non prego per il mondo» (cf Gv 17,9).
Gv 3,18 «Chi crede in lui non viene condannato;
chi non crede è già condannato
poiché no ha creduto
nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».
Prima Gesù dice: «chi crede» e poi «chi non ha creduto nel nome…» Il nome e la persona si equivalgono. Gesù chiede la fede. Fede significa credere a Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Credere è accettare la sua parola, decidersi per lui, donarglisi, aderire a lui, interpretare tutto alla luce del suo messaggio, avere gli stessi occhi di Dio, avere «gli occhi del cuore» come chiama S. Paolo la fede.
Il verbo credere in San Giovanni è sempre un verbo che indica slancio, dinamismo della fede. È usato 76 volte nei primi 12 capitoli. 21 volte dal capitolo 13 alla fine.
Gesù chiede la fede, e Giovanni sottolinea i punti culminanti della fede: è alla morte di Gesù, al momento della nostra morte che dobbiamo testimoniare la fede. Dirà Giovanni alla morte di Gesù: «La sua testimonianza è vera, ed egli sa che dice il vero perché anche voi crediate» (cf Gv 19,35).
Mistero di fede, la morte. Umanamente sembra tutto finito, e invece è proprio allora che Dio chiede la nostra fede. Gesù dirà alla vedova di Nain: «Non piangere» (Lc 7,14). Dirà a Maria di Màgdala presso il sepolcro: «Donna, perché piangi?» (cf Gv 20,13). E poi chiede la fede.
Dopo la Risurrezione dice a Tommaso: «…beati coloro che crederanno senza aver visto» (cf Gv 20,29). E S. Giovanni conclude: «Queste cose sono state scritte perché voi crediate» (cf Gv 20,31). Sono i punti culminanti della fede: il mistero della Morte e Risurrezione. E questi due si assommano nel mistero dell'Eucaristia.
Gv 3,19 «Il giudizio, poi, eccolo:
la Luce è venuta nel mondo
e gli uomini hanno preferito
le tenebre alla Luce,
perché le loro opere erano malvagie».
Gesù nel Vangelo di S. Luca, nei Sinottici ha delle espressioni stupende per indicare la Fede in Gesù che è Luce dell'anima: l'occhio! «Lampada del tuo corpo è l'occhio…». L'occhio, nel linguaggio semitico, indica il cuore. Se il cuore è sano, se la sede dei pensieri è sana, tutto il corpo è luminoso (cf Mt 6, 22-23). Dice pure: è come lampada che fa luce tutto intorno, illumina tutto (cf Lc 11,33).
Ecco la nostra funzione: essere testimoni della luce, essere trasparenza di Gesù per far trasparire tutto il mondo. È la nostra missione. Tutti i valori umani, tutte le cose umane, noi dobbiamo farle trasparire, cioè interpretarle alla Luce di Gesù e immettere in loro la Luce di Gesù.
«Se invece il vostro cuore è tenebra, quanto fitte saranno le tenebre!» (cf Mt 6,23). Se il cuore è invaso dal peccato, non c'è niente da fare, si diventa opachi e per di più si rende buio tutto intorno a noi.
La missione dei giovani Sabra è di essere purissima trasparenza di Gesù; essere un cristallo, in modo da far trasparire tutto il mondo, tutte le anime che avviciniamo.
Anche le cose riflettono un po' di quella luce. Quando uno ama, vede tutto in un'altra luce. Questo occhio che trasforma è l'amore. E per noi è Gesù la Luce che fa trasparire tutto.
Gv 3, 20-21 «Chiunque, infatti, fa il male,
odia la Luce e non viene alla Luce
per timore che siano svelate le sue opere;
che invece agisce nella verità
viene alla Luce
così che appaia in tutta chiarezza
che le sue opere sono fatte in Dio».
Chiunque, infatti, fa il male… cioè compie opere malvagie… Quando chiesero a Bernadette chi era il peccatore, essa diede una risposta perfettamente teologica: «Peccatore è chi ama il peccato». Non chi fa il peccato, ma chi ama il peccato. Si commette il peccato perché si ama il male.
…odia la Luce e non viene alla Luce per timore che siano svelate le sue opere. Gesù è la Luce.
Chi invece agisce nella verità… fa la verità. S. Paolo dice: «Fare la verità nella carità» (cf Ef 4,15).
…viene alla Luce così che appaia in tutta chiarezza che le sue opere sono fatte in Dio. La nostra vita diventa tutta trasparenza di Dio.
Gv 3, 22-24 Dopo di ciò, Gesù si recò con i suoi discepoli nella terra di Giudea; vi si trattenne con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava ad Ainon presso Salim, dove le acque erano abbondanti; e la gente veniva a farsi battezzare. Giovanni non era ancora stato messo in prigione.
Dopo di ciò, Gesù si recò con i suoi discepoli nella terra di Giudea. È importante anche la geografia per S. Giovanni. La Giudea è la patria di Gesù perché è nato a Betlemme. Lì gli abitanti gli diventano ostili. La Galilea, invece, è il luogo privilegiato della fede. Il primo apostolato di Gesù è definito la primavera galilaica. È l'entusiasmo, lo slancio bellissimo della primavera.
Vi si trattenne con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava ad Ainon presso Salim, dove le acque erano abbondanti. Qui sono le acque della purificazione dei Giudei, le acque del battesimo di Giovanni, le acque del pozzo di Giacobbe… Giovanni immergeva nell'acqua.
Gesù porterà l'acqua viva, l'acqua nuova dello Spirito Santo.
E la gente veniva a farsi battezzare. Giovanni non era ancora stato messo in prigione.
Gv 3, 25-26 Sorse una discussione fra i discepoli di Giovanni e un giudeo, a proposito di purificazione. Andarono da Giovanni a dirgli: «Rabbì, colui che stava con te quand'eri sull'altra riva del Giordano, quello a cui tu hai reso testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui».
Sorse una discussione fra i discepoli di Giovanni e un giudeo, a proposito di purificazione. Discutono intorno a questi riti di questi lavaggi che indicano purificazioni interiori.
Andarono da Giovanni a dirgli: «Rabbì…». Giovanni aveva dei discepoli, quindi era un Maestro.
Colui che stava con te quand'eri sull'altra riva del Giordano… «Stava con te»: qui ci si domanda se Gesù è stato discepolo di Giovanni. Può essere, fino al battesimo, poi con il battesimo ha iniziato la sua missione.
Quello a cui tu hai reso testimonianza: l'aveva additato come «l'Agnello di Dio» (cf Gv 1,36); «quello su cui era sceso lo Spirito» (cf Gv 1,33).
Ecco che battezza e tutti vanno da lui. I discepoli di Giovanni portavano invidia.
Gv 3, 27-28 Giovanni rispose:
«Nessuno può arrogarsi qualche cosa
se non gli viene data dal Cielo.
Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto:
Non sono il Messia,
ma sono stato mandato innanzi a lui».
Giovanni rispose: egli invece era tutto calato nell'umiltà.
Nessuno può arrogarsi qualche cosa se non gli viene data dal Cielo. «Viene data» è un passivo divino: «che Dio non gli dà».
Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: Non sono io il Messia, ma sono stato mandato innanzi a lui. Si era messo al suo posto: posto di creatura.
Gv 3, 29-30 «Chi ha la sposa è lo sposo;
l'amico dello sposo
che gli è accanto è l'ascolta
è colmo di gioia quando ode la voce dello sposo.
Ecco la mia gioia: adesso è completa.
Bisogna che lui cresca
e io diminuisca».
Chi ha la sposa è lo sposo; tema nuziale che sfocia nella gioia cristologica. La buona novella è questa: Gesù è lo sposo che lega a sé l'umanità e la fa sua sposa.
L'amico dello sposo: l'intimo, colui che accompagna lo sposo; e Giovanni stava preparando il cuore degli uomini a ricevere Gesù.
… che gli è accanto e l'ascolta… Giovanni, tipica figura tutta recettività, tutto ascolto, tanto che ha sentito il bisogno di andare nel deserto per riudire nell'intimo la voce di Gesù che l'aveva chiamato fin dal seno materno nella visita che la Vergine Maria aveva fatto a Elisabetta.
…è colmo di gioia quando ode la voce dello sposo. Ezechiele definiva la sua sposa «la gioia dei miei occhi». Geremia passò una crisi forte. Come la risolse? Scoprì che il suo celibato era diventato splendido, anzi diventava sempre più incantevole quando notò che: «La tua Parola, o Signore, è la gioia del mio cuore».
La voce dello Sposo… La tua Parola diventa la gioia del mio cuore, molto più che non «la gioia dei miei occhi» che per Ezechiele era la sua sposa.
Ecco la mia gioia: adesso è completa, perfetta. Gesù, nell'Ultima Cena: «Vi dico queste cose, queste parole, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia perfetta» (cf Gv 15,11). Le parole di Gesù sono la voce dello Sposo che dà gioia, ma una gioia piena. La gioia è il nocciolo, il nucleo della pace.
Bisogna che lui cresca e io diminuisca. Un programma stupendo di umiltà: bisogna che Gesù cresca e il testimone diminuisca. Quindi, una delle caratteristiche del vero testimone della luce è l'umiltà vissuta con gioia. Saper scomparire nella gioia… Questo è stato l'atteggiamento tipico della Madonna, la prima evangelizzatrice, la prima testimone. Questo è pure l'atteggiamento di Giovanni, della Samaritana. Quando hanno dato la loro testimonianza, quando hanno annunciato Gesù, scompaiono.
Dovremo scomparire nella gioia, soprattutto nella morte. La nostra missione di testimoni di Gesù, della Luce, deve chiudersi in questa gioia del tramonto: scomparire nella gioia.
Gv 3, 31-32 «Chi viene dall'alto
è al di sopra di tutti;
chi è della terra
è terrestre e parla da terrestre.
Colui che viene dal cielo
testimonia di ciò che ha visto e ascoltato,
ma nessuno accetta la sua testimonianza».
Colui che viene dal Cielo testimonia di ciò che ha visto e ascoltato: ecco la caratteristica del testimone: vedere e ascoltare. Vedere con gli occhi della fede, vedere Gesù; quindi iniziare con questa visione di fede al mattino, nella visita, nell'Eucaristia; e poi ascoltare la sua parola per poterla ritrasmettere.
Ma nessuno accetta la sua testimonianza. È una forma di esprimersi tipica di Giovanni usare il termine «nessuno», perché poi dice: «chi accetta la sua testimonianza». Dunque in Giovanni "nessuno" non vuol dire totalità, vuol dire che «molti» purtroppo non accettano la sua testimonianza.
Gv 3, 33-36 «Chi accetta la sua testimonianza
certifica che Dio è veritiero.
Colui che Dio ha inviato
pronuncia le parole di Dio,
che gli dà lo Spirito, senza misura.
Il Padre ama il Figlio
e gli ha dato tutto in mano.
Chi crede nel Figlio ha la Vita eterna;
chi si rifiuta di credere al Figlio non vedrà la Vita;
la collera di Dio incombe su di lui».
Chi accetta la sua testimonianza certifica che Dio è veritiero. Cioè rende vero per sé ciò che Dio compie in lui. Rende vero, certifica che Dio è veritiero.
Colui che Dio ha inviato pronuncia le parole di Dio… Gesù dirà: «Io non faccio nulla da me» (cf Gv 8,28). «La mia parola non è mia» (cf Gv 7,16). Gesù, quindi, pronuncia le parole di Dio. Noi, inviati di Gesù, dobbiamo possedere queste parole di Gesù.
…che gli dà lo Spirito, senza misura. Gesù è stracolmo di parola di Dio.
Ecco poi uno spiraglio di Vita Trinitaria: Il Padre ama il Figlio… Questo amore si chiama Spirito Santo. Padre, Figlio, Spirito Santo… «i miei Tre», così li chiama Sr. Elisabetta che sentiva nella sua anima il Palazzo della Beatitudine, il Cielo.
…e gli ha dato tutto in mano. Gli ha dato tutto. «Tutto è vostro… Voi siete di Cristo, Cristo è del Padre» (cf 1 Cor 3,23).
Chi crede nel Figlio ha la Vita eterna. La vita è una risurrezione.
Chi si rifiuta di credere al Figlio non vedrà la Vita. Vita equivale a Regno di Dio: non vedrà il Regno di Dio.
La collera di Dio… il castigo, la punizione che si infligge da se stesso colui che commette il peccato.
…incombe su di lui. Chi commette il peccato fa scattare automaticamente una punizione: il peccato gli si ritorce contro.
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Lun 21 Ott 2013, 22:26 Da tina
» martedì 3 settembre 2013
Mar 03 Set 2013, 16:13 Da tina
» venerdì 12 luglio 2013
Ven 12 Lug 2013, 15:06 Da tina
» venerdì 5 luglio 2013
Ven 05 Lug 2013, 15:52 Da tina
» CORONCINA AL SACRO CUORE DI GESÙ
Gio 27 Giu 2013, 16:15 Da tina
» Beata Vergine Maria Consolatrice (La Consolata) Venerata a Torino
Gio 20 Giu 2013, 12:08 Da tina
» Beata Vergine Maria di Fatima 13 maggio
Lun 13 Mag 2013, 22:39 Da tina
» lunedì 13 maggio
Lun 13 Mag 2013, 22:33 Da tina
» lunedì 11 marzo
Lun 11 Mar 2013, 17:57 Da tina